Atlante delle crisi


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Frammentazione del panorama politico

I partiti sono trentaquattro; sei di loro formano una maggioranza eterogenea, che va dai nazionalisti agli ex comunisti. Ma i maggiori favori vanno alla formazione islamica Pjd, che dopo i toni anti-occidentali degli esordi ha adottato posizioni più moderate v

Il Marocco conta 34 partiti politici, record di pluralismo per il mondo arabo. Ogni formazione ha consegnato nei giorni scorsi le proprie proposte di riforma costituzionale ad Abdeltif Menouni, il presidente della Commissione voluta dal re. In linea di massima, tutte le compagini hanno accolto l’iniziativa di Mohammed VI con grande favore.

Il percorso avviato da Mohammed VI viene salutato con entusiasmo anche dalle cancellerie occidentali, cui Rabat da sempre è vicina. Hillary Clinton, segretario di Stato Usa, vede nel Marocco il “capofila del cambiamento democratico, in un momento cruciale per il mondo arabo”, e approva l’approccio “realistico e pragmatico” alla questione sahrawi. Persino Madrid, opposta a Rabat nell’annosa controversia sulla sovranità del Sahara Occidentale e delle enclave di Ceuta e Melilla, sottolinea le “doti da vero leader” di Mohammed VI, mentre il francese Sarkozy loda la “lungimiranza e la saggezza di Sua Maestà”.

Molto più guardingo si mostra invece il Movimento del 20 febbraio, per il quale il nemico da abbattere non è il potere concentrato nelle mani del re, ma “l’élite corrotta che non ha alcuna intenzione di rinunciare ai suoi privilegi”, come ha spiegato recentemente un portavoce.

Per anni, lo schema politico ha visto da una parte i conservatori nazionalisti del partito Istiqlal (Indipendenza) e dall’altra i socialisti dell’Usfp, storico movimento di opposizione ai tempi di Hassan II. Oggi i due partiti, in calo di consensi, danno vita a una maggioranza di governo eterogenea, che comprende anche gli ex comunisti e gli ex socialdemocratici. Istiqlal è il secondo partito come rappresentanza parlamentare, l’Usfp è quinto.

Gli islamici del Pjd erano fino a qualche anno fa una forza emergente, intransigente e anti-occidentale. Diventati il primo partito del Paese, sono tuttora all’opposizione, ma si attestano ora su posizioni molto più morbide rispetto al passato. (R. F.)