Conflitto in Libia


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L'inferno di Misurata

Migliaia di bambini in trappola c

di Bianca Biancastri

E’ sempre più drammatica la situazione dei civili a Misurata, diventata simbolo della guerra civile libica, dove sono intrappolati decine di migliaia di bambini, mentre gli uomini di Gheddafi continuano a sparare contro la città, assediata da quasi due mesi.

Le forze fedeli al regime stanno bombardando da distanza ravvicinata Misurata. Donatella Rovera di Amnesty International : “Abbiamo appena vissuto quattro giorni di incessanti bombardamenti da parte delle forze di Gheddafi. Solo nei due quartieri che ho potuto visitare negli ultimi giorni sono piovuti centinaia di razzi e di colpi di mortaio. Ho perso il conto di quante case siano state colpite indiscriminatamente. Strutture sanitarie, scuole, moschee, fabbriche e il porto, dove sono bloccati migliaia di lavoratori stranieri, che sono in attesa di essere soccorsi”, dice la ricercatrice dell’organizzazione umanitaria. “In centro, dove il ‘fronte’ tra forze di Gheddafi e combattenti dell’opposizione passa di strada in strada, la devastazione è ampia e in tutta l’area ho trovato bombe a grappolo, che presentano un enorme pericolo. I residenti di Misurata hanno sempre più difficoltà a trovare un rifugio sicuro. Tutti i giorni nel quartiere di Zawia al Mahjoub continuano a piovere colpi di mortaio e razzi. In una casa danneggiata ho trovato quattro famiglie, oltre 40 persone, tutte insieme sul pavimento in una stanza al centro dell’abitazione nella speranza di trovare protezione se un altro colpo di mortaio avesse nuovamente colpito la casa”.

“Anche la clinica locale, nel quartiere Zawia al Mahjoub, non è stata risparmiata. Il 16 aprile un colpo di mortaio ha colpito il parcheggio della struttura sanitaria, ferendo un membro dello staff medico e un visitatore. Nella zona ho visto diversi feriti. E gli attacchi non risparmiano i bambini. Maryam, 10 anni, è stata colpita il 5 aprile mentre giocava nel cortile della sua casa ed è morta. Lo stesso giorno altri due bambini, Ahmad e Abdelsalam, entrambi di soli due anni, sono rimasti feriti mentre erano nelle loro case durante un attacco aereo. Kamila che aspetta il suo primo bambino mi ha detto: ‘I soldati di Gheddafi sono venuti nel nostro quartiere e noi siamo fuggiti presso dei parenti in un’altra zona. Dopo due giorni pensavo di avere un aborto e mio marito mi stava portando in ospedale quando la nostra auto è stata colpita. Mio marito è rimasto ferito in modo grave ed è stato evacuato in Turchia e io non ho più notizie. Sono in questa scuola con mia sorella, ho solo i vestiti che indosso e ora vivo di carità’. I residenti di Misurata non possono trovare sicurezza in città, non possono trovare sicurezza lasciando la città : sono intrappolati e restano preda della pioggia di esplosivi”.

UNICEF: STOP AI COMBATTIMENTI
“Serve un immediato cessate il fuoco a Misurata per salvare decine di migliaia di bambini”. Il portavoce dell’Unicef a Bengasi, James Elder, spiega che la situazione è drammatica in tutta la Libia, anche nella zona di Bengasi. “In Libia, il conflitto in corso ha compromesso la vita dei bambini e ne ha privati molti di più dei bisogni fondamentali. Soltanto a Misurata, almeno 26 bambini sono stati uccisi e oltre 800 sono stati feriti”, dice il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake, esprimendo la forte preoccupazione dell’agenzia delle Nazioni Unite e facendo appello a tutte le parti “a rispettare gli obblighi sanciti dalla convenzione sui diritti dell’infanzia e dal diritto internazionale umanitario e ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere i bambini dagli effetti diretti e indiretti delle violenze”. “Il pericolo posto ai bambini in Libia dalle violenze e dalle loro conseguenze, come la mancanza di beni di prima necessità e cibo, è enorme”,dice Gareth Owen, direttore delle emergenze di Save the Children. Un ragazzino di 13 anni di Tripoli intervistato da Save the Children descrive così il clima di paura: “Sono terrorizzato, mi sento insicuro e ho paura di rimanere orfano. Ho saputo che i padri di alcuni miei amici sono stati presi e sono spariti”.

GLI AIUTI DEL PAM
Il Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam) ha avviato operazioni di assistenza alimentare attraverso un nuovo corridoio umanitario nella Libia occidentale per raggiungere le zone più colpite dai combattimenti. Un primo convoglio di 8 camion carichi di 240 tonnellate di farina e oltre 9 tonnellate di biscotti ad alto contenuto energetico è già in viaggio. I viveri verranno distribuiti attraverso la Mezzaluna Rossa libica, in particolare a donne e bambini. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sta preparando una terza operazione di evacuazione di migranti bloccati a Misurata. Verrà utilizzata la stessa imbarcazione usata nelle altre due operazioni effettuate alla fine della scorsa settimana che hanno consentito la partenza di oltre 2.000 lavoratori immigrati. E intanto continua a crescere il numero di rifugiati libici che arrivano in Tunisia, rileva l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Negli ultimi dieci giorni –stima l’Unhcr- sono stati complessivamente diecimila.