di Mauro Caputi
Il Milan lancia la volata nell'anticipo, l'Inter non riesce a tenere il passo e il Napoli imita i nerazzurri nel posticipo contro l'Udinese che a sorpresa vince 2-1 in trasferta. Al San Paolo i friulani si presentano senza Di Natale e Sanchez, ma non appaiono affatto rinunciatari. Anzi partono forte e De Sanctis è costretto alla prodezza dalla girata di Denis. Lo stesso 'tanke' poco dopo è chiuso in extremis da Campagnaro. Cavani scuote i suoi con due conclusioni (a lato di un niente la seconda), tuttavia il Napoli non appare brillante come nelle uscite recenti. Bisogna aspettare il finale della prima frazione per vedere l'incursione di Lavezzi che alza troppo la mira sul lancio di Cavani. Nella ripresa i partenopei sembrano ancora più spuntati e l'Udinese contiene senza sussulti. Al 55' la svolta inattesa: Inler raccoglie un pallone ai 20 metri e lo spara alle spalle di De Sanctis (forse ingannato da una lieve deviazione di Cannavaro). Giusto il tempo di accennare una reazione e l'Udinese concede il bis: al 62' Armero salta l'uomo e s'invola, mette al centro per Denis che stoppa elegantemente e fulmina De Sanctis. Il 'tanke' non esulta e fa il gesto di chiedere scusa al suo ex pubblico. La reazione del Napoli è discontinua. Al 73' Maggio di testa incoccia la traversa. Poi quasi nulla fino agli ultimi convulsi minuti. Domizzi cintura Lucarelli a palla lontanissima e lo tira giù. Tagliavento vede tutto e dà il rigore. Domizzi, non contento dell'ingenuità, protesta vivacemente e si merita il rosso diretto. Handanovic ha la fama di pararigori, ma stavolta Cavani gli facilita la vita calciando veramente male. E' l'89' quando il portiere dell'Udinese tiene fermo il punteggio. Con l'uomo in più il Napoli si sente in obbligo, davanti alla sua gente, di spingere fino alla fine. Al 95' Mascara è il più veloce ad avventarsi su una palla vagante in area e dimezza lo svantaggio. Ma è davvero troppo tardi. Il Milan ha ora 6 punti sul Napoli e 8 sull'Inter.
L'Udinese, invece, si rituffa all'inseguimento del quarto posto (ultimo biglietto per la Champions) che, nel pomeriggio della 33.ma giornata, la Lazio ha autorevolmente difeso a Catania rifilando un sonoro 4-1 agli etnei. La squadra di Simeone è a caccia dei pochi punti che mancano alla salvezza. Quella di Reja è apparsa superiore, anche se servono 40’ per sbloccare il risultato: Liechtsteiner crossa, Mauri allunga e Hernanes irrompe solitario sul secondo palo. La reazione del Catania si concretizza dopo 25 secondi della ripresa: fiammata di Bergessio che costringe Muslera alla respinta, lesto Schelotto a ribadire in rete. L’equilibrio nel punteggio dura poco. Zarate imperversa dalla trequarti in su. Al 56’ l’argentino semina il panico nell’area rossazzurra e fa pervenire un pallone sporco a Mauri (forse in fuorigioco) che spinge in rete. Questa volta la Lazio non si distrae. Controlla la partita e arrotonda con merito il risultato. Al 73’ Hernanes trova il corridoio per Zarate che vola verso l’area e sorprende tutti rinunciando all’ennesimo dribbling e servendo con un tocco smarcante Floccari per una facile rete. All’89’ Zarate trova un gol meritato facendo centro direttamente su punizione.In coda la situazione si complica per la Sampdoria, ora terz’ultima. La sconfitta di San Siro per i blucerchiati si lega al successo interno del Cesena col Bari. L’1-0 lo sigla Bogdani al 48’ con un colpo di biliardo. Non che i romagnoli, ora quart’ultimi a 34 punti, hanno avuto vita facile contro una squadra condannata da tempo ma che continua a onorare il suo campionato. Nel primo tempo la grossa occasione capita a Rudolf, ipnotizzato da un monumentale Antonioli. Gillet non è da meno su Giaccherini. Il gol di Bogdani non spegne la voglia dei biancorossi, ma comunque tranquillizza i padroni di casa che incassano tre punti d’oro.
Mezzo passo falso del Lecce che chiude 3-3 con una miracolosa rimonta la gara in casa col Cagliari. Pioggia di gol nella ripresa, anzi negli ultimi minuti. Il primo tempo premia i sardi, che pure non hanno niente da chiedere alla classifica. Al 14’ Acquafresca gira a volo con un bel gesto tecnico il cross di Lazzeri. Col gol di vantaggio la difesa di Donadoni si mostra leggera al 49’, quando Di Michele e Mesbah si scambiano ripetutamente il pallone in area prima che l’algerino sigli il pareggio. Al 67’ il colpo di testa su corner di Daniele Conti gela il Via del Mare. E Acquafresca, 4’ dopo, sembra mettere fine alle speranze dei salentini chiudendo in gol un rapido contropiede. Il Lecce ha il merito di crederci fino in fondo. Carica alla disperata e accorcia le distanze all’88’ con Fabiano, lasciato libero di colpire di testa su corner. Nel recupero Cossu sciupa un facile contropiede fallendo il tocco per Lazzari. Al 49’, invece, Corvia è perfetto girando da centro area nell’ultima azione disperata. E’ un pareggio che, comunque, tiene il Lecce a +3 dalla terz’ultima.Per il Brescia, invece, il passo falso è totale. A Marassi il Genoa vince 3-0 e arriva a quota 42, superando ampiamente, se non l’aveva già fatto, la quota salvezza. Rondinelle vivaci e anche un po’ sfortunate. Al quarto d’ora la girata di testa di Caracciolo su cross di Zambelli tocca la traversa. Partita nel complesso inchiodata a centrocampo. La sblocca al 59’ Rafinha con un tuffo di testa su assist di Palacio. Diamanti, su punizione, si vede negare il pari da Eduardo e dal palo. Al 70 l’autogol di Berardi, che interviene in affanno su un cross di Palacio a liberare due uomini davanti alla porta, spegne le velleità degli ospiti. Antonelli, in contropiede, arrotonda il risultato al 94’.
A un passo dalla salvezza il Chievo che vince 2-0 a Verona contro il Bologna ormai a pile scariche. Gialloblù avanti al 14’ con Constant che riprende una corta respinta di Viviano su tiro di Pellissier. La squadra di Pioli, in teoria, si complica la vita a fine primo tempo, quando Rigoni si merita il rosso diretto per un brutto fallo su Ramirez. In teoria, perché la reazione felsinea è inesistente. La traversa di Sardo è un segnale per la difesa ospite. All’83’ Marcolini raddoppia con un pallonetto da 50 metri dopo che il Chievo aveva recuperato palla a centrocampo. Un gol che sicuramente resterà negli annali.
Una volta sarebbe stato un big match, in questo periodo è una gara che perde importanza fra le zone nobili e la lotta salvezza. Fiorentina-Juventus delude in parte anche sul campo. Lo 0-0 è minacciato da alcune iniziative di Gilardino da una parte e da una fiammata di Bonucci e una di Del Piero dall’altra. I viola non hanno veramente più nulla da chiedere al campionato. I bianconeri anche vincendo avrebbero avuto pochissime chances di agganciare il quarto posto (ora a 8 punti). Un punto per uno non lascia nessuno infelice.