di Sandro Calice SCREAM 4
di Wes Craven, Usa 2011 (Moviemax)
Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette, Emma Roberts, Lake Bell, Hayden Panettiere, Rory Culkin, Adam Brody, Nico Tortorella, Marley Shelton, Erik Knudsen, Anthony Anderson, Mary McDonnell, Alison Brie.
Diavolo di un Craven! Si prende gioco del cinema di genere e di noi, avvisandoci prima che lo farà e sapendo che ci cascheremo lo stesso. Undici anni dopo “Scream 3”, torna la voce telefonica più famosa dell’horror.
Nella cittadina di Woodsboro, Ghostface, il killer dalla maschera che urla, manca da 10 anni. Nessuno più ha indossato quella faccia bianca, che ora i ragazzi espongono dappertutto quasi a voler esorcizzare la paura. E l’anniversario è un’occasione troppo ghiotta per la casa editrice di Sidney (Campbell), che dopo essere sopravvissuta più volte ai vari Ghostface ha scritto un manuale per le donne vittime di traumi e ora torna in città per presentarlo. Ritrova Linus (Arquette), diventato sceriffo, e Gale (Cox), che dopo aver scritto diversi libri ed aver ottenuto fama e successo, ora è in crisi creartiva. Naturalmente con l’arrivo di Sidney ricominciano anche gli omicidi. Il killer è tornato e come sempre tutti sono potenziali vittime e possibili assassini.
Si diverte Wes Craven (“L’ultima casa a sinistra”, “Nightmare – dal profondo della notte”, “La musica del cuore”) e diverte anche noi. Chi lo conosce troverà il suo classico meta-cinema, con i protagonisti che spiegano funzionamento e regole del film che stiamo vedendo e con i primi 5 minuti che sono travolgenti. Per dare un’idea ai non appassionati, nel primo “Scream – chi urla muore” le regole del film horror erano: 1) non riuscirai a sopravvivere se avrai rapporti sessuali; 2) non riuscirai a sopravvivere se farai uso di droghe e alcol; 3) non riuscirai a sopravvivere se dirai “torno subito”; 4) sono tutti sospettati. A queste il killer aggiungeva: 5) non sopravviverai se chiederai “chi è?”; 6) non sopravviverai se uscirai per capire da dove proviene uno strano rumore. Potete anche sorridere, ma questo è il clima. Negli anni altre regole e “lezioni” si sono aggiunte, e in questo quarto capitolo entrano prepotentemente, e ovviamente, internet, i blog e i social network. Ma il meccanismo resta lo stesso. Eppure sapere che in quella data situazione generalmente avviene quella data cosa non ci “salva” dalla sorpresa, quasi fossimo divertiti complici dell’operazione. Fino alla fine, con la solita fissazione di Craven per i finali, che spesso nemmeno il cast conosce, figuriamoci lo spettatore. Un giocattolo per appassionati.