Atlante delle crisi


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2011, si moltiplicano le emergenze

Bahrein, Costa d'Avorio, Libia. Ad Haiti, resta lenta la ricostruzione a

Nel nuovo scenario del 2011 si moltiplicano le crisi umanitarie. Nel Nord-Africa delle rivolte ci sono Tunisia e Libia ma anche Costa d'Avorio e Bahrein dove aumentano le violenze contro i civili. In Bahrein, ospedali e centri sanitari non sono più luoghi sicuri per i malati o i feriti. "Le ferite d'arma da fuoco vengono usate dalla polizia per identificare le persone da arrestare. La negazione delle cure viene usata dalle autorità per dissuadere le persone dal protestare", afferma Latifa Ayada di MsF. Anche i dimostranti devono assicurare di non manifestare presso gli ospedali.

La crisi in Costa d'Avorio
A pochi giorni dalla caduta dell'ex leader ivoriano Gbagbo,le squadre della Croce Rossa sono impegnate ad Abidjan per recuperare i corpi delle vittime degli scontri degli ultimi giorni. Valerie Amos dell'Onu afferma che ad Abidjan e in altre località del Paese scarseggiano cibo e energia elettrica mentre diversi ospedali e scuole sono chiusi. "Sono preoccupata del vuoto di sicurezza in molte zone del Paese", dice Le équipe di MsF da dicembre lavorano per fornire assistenza medica nelle strutture abbandonate dal personale sanitario locale. "L'Onu protegga i civili sfollati",chiede Amnesty International.

Libia, preoccupa la protezione dei civili
Resta preoccupante in Libia il fatto che molti feriti non riescano ad accedere a cure mediche salvavita se non mettendosi in serio pericolo. Le violenze hanno determinato un grande numero di feriti. L'ospedale di Misurata è stato bombardato mentre le altre cliniche stanno terminando le scorte di materiali medici.

Visto il proseguire del conflitto, MsF sta aumentando le proprie attività di assistenza per le persone vittime delle violenze, indipendentemente dalla loro appartenenza. Le Nazioni Unite hanno chiesto aiuti umanitari per 3,6 milioni di libici.

Haiti, A 15 mesi dal sisma
A 15 mesi dal sisma,la ricostruzione ad Haiti è lentissima e il colera continua a minacciare la popolazione. Il numero dei contagiati è diminuito ma con la stagione delle piogge l'epidemia potrebbe acuirsi, spiega Stefano Zannini, capomissione di Medici senza Frontiere. "Msf ha costruito tre strutture sanitarie in meno di un anno e ciò dimostra che è possibile ricostruire ad Haiti. Tuttavia, è mortificante constatare che le strutture ricostruite si contino sulle dita di una mano, comprese le tre di Medici senza Frontiere", denuncia Zannini.

"La situazione resta allarmante", spiega il capomissione di Msf ad Haiti, aggiungendo che il recente processo elettorale sta rallentando lavoro e decisioni delle istituzioni. Il raccolto del riso, che ad Haiti è uno dei prodotti alimentari più importanti, è in difficoltà. "La maggior parte del riso viene prodotta nel dipartimento di Artibonite, che è quello dove l'epidemia di colera ha avuto inizio nell'ottobre 2010. Molti agricoltori si rifiutano di andare in quelle zone a raccogliere il riso", afferma Zannini, preoccupato per una possibile crisi alimentare.