Una vita con i Rom


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'Zingari, il presente eroico'

A Roma, la mostra dell'artista fiammingo-americano Jan Yoors g

di Mariaceleste de Martino

Era un bambino quando scattò queste foto con la sua piccola Kodak. Viveva ad Anversa, in Olanda. Ribelle e indipendente, a 12 anni scappò di casa e si unì a una famiglia di zingari che aveva conosciuto alla periferia della sua città. Tornò dai suoi genitori dopo aver trascorso mesi su una carovana. Suo padre e sua madre avevano una mentalità aperta e non lo sgridarono. Gli permisero di realizzare il suo desiderio: vivere per un periodo con i Rom. Ogni anno, per dei mesi, viaggiava assieme a loro e alla cultura Rom Lovara. Lo fece fino ai 18 anni.

Jan Yoors, nato in Belgio nel 1922 e morto nel 1977, era un artista fiammingo-americano, pittore, scultore, scrittore e fotografo. Racconta la sua esperienza nomade vissuta negli anni ’30 nella mostra “Zingari, il presente eroico”, 24 foto in bianco e nero (archivio Yoors, New York). Una serie di immagini della sua famiglia adottiva: donne sorridenti che indossano lunghe gonne con volant, una bambina vestita a festa che danza dandosi ritmo con una nacchera, scene di famiglia in viaggio con la carovana, anziani rugosi che fumano e si godono la vita, musicisti che suonano violini, chitarre e fisarmoniche, scene di matrimonio e d’amore, vari momenti di vita nomade che emozionano di semplicità. Le foto sembrano a colori per la vitalità e la gioia che esprimono. Foto che sembrano sonore, che parlano in romanì. Tanti sorrisi e sguardi, un’intensità che sorprende. E, soprattutto, stupisce come un ragazzino abbia potuto cogliere attimi così profondi di significato.

Piccola, ma suggestiva, come l’autore ai tempi degli scatti. Un album fotografico di un bambino già adulto, che sin da giovanissimo aveva trovato la sua strada e l’aveva percorsa con curiosità e impegno. I Rom lo trattarono come uno di loro e lui ha voluto raccontare la loro storia. Jan Yoors, anche scrittore, li racconta nel 1967 anche in un libro: “The Gypsies” e nel 1971 in “Crossing”. I testi rappresentano una rara esperienza vissuta all’interno di una comunità Rom da chi non è uno zingaro. Parla dal loro punto di vista, di come vedono il mondo e di come pensano siano considerati dagli altri.

La mostra va “sfogliata” lentamente, osservando i dettagli che esprimono personalità e talenti di una famiglia Rom continuamente in viaggio, all’avventura, in momenti di festa e pieni di sentimento. Ritagli di vita concentrati in un piccolo percorso di nicchia, allestito nella Sala Santa Rita di Roma, alle porte del ghetto ebraico, in via di Montanara 8, fino al 26 aprile. Dal lunedì al venerdì, dalle 10:00 alle18:00, chiuso sabato e domenica e il 25 aprile. Ogni 15 minuti verrà proiettato il documentario di Kore Yoors, figlio di Jan, sulla vita e l'opera del padre: “Weaving two worlds”, realizzato nel 2008, e il film di Tony Gatlif , “Latcho Drom” del 1993. Ingresso gratuito.