Un sito Web, gestito a Berkely (California) da un dissidente cinese, sta svelando tutte le direttive che il governo di Pechino invia regolarmente ai media per impedire la diffusione di notizie sgradite. Attraverso il sito China Digital Times gestito da Xiao Qiang si apre cosi' una finestra sul braccio di ferro che oppone ogni giorno i media al Dipartimento di propaganda del partito Comunista e all'Ufficio informazione del Consiglio di Stato, ironicamente chiamati dai giornalisti cinesi "il ministero della Verita'".
Apprendiamo cosi' che il 3 marzo si invita "a non enfatizzare l'aumento di stipendio concesso all'Esercito di Liberazione del Popolo". Mentre il giorno successivo, in merito all'ex ministro delle Ferrovie destituito per corruzione, si esorta a "non riportare o non enfatizzare la notizia che Liu Zhijun aveva 18 amanti", gia' comparsa su alcuni media. Per quanto riguarda il terremoto in Giappone, la direttiva e' di propagandare i lavoro delle squadre di soccorso inviate dalla Cina, "senza criticare o lodare le azioni del governo giapponese ed evitando paragoni con le operazioni di salvatggio post sismiche nel nostro Paese".
Le direttive non vengono mostrate ai giornalisti. Arrivano ai vertici dei media che poi le riferiscono a voce. Per i siti Web, i censori cinesi si servono di mail o di un sistema di messaggi istantanei chiamato Rtx per chiedere la cancellazione delle notizie sgradite. Per i media e' una battaglia quotidiana per trovare un equilibrio fra le esigenze dei lettori e le richieste del potere.
"Sono stato nominato da loro, possono destituirmi. Quindi hanno influenza su di me -racconta Hu Xijin, direttore di Global times, quotidiano in lingua cinese e inglese di proprieta' del partito Comunista- ma anche il mercato ha influenza su di me. Io vivo fra loro, ma il mercato ha un'influenza senza maggiore. Non siamo liberi come i media americani, ma lo diventiamo sempre di piu'".