di Rita Piccolini
E’ un percorso incantato quello che si percorre nei padiglioni più innovativi, quelli del design. Gli ambienti riprodotti nei grandi stand sono rigorosi, le linee essenziali, i tratti geometrici e precisi, i colori neutri: c’è molto bianco, nero, tutta la gamma dei colori neutri e naturali, ma l’effetto non è freddo,come in alcune realizzazioni proposte negli anni Novanta, tutt’altro. A rendere accoglienti e caldi questi spazi minimalisti sono oggetti “vintage”, che fanno parte della storia delle nostre famiglie, della nostra infanzia, a ricordarci che il futuro è bello se ci sono radici profonde a tenerci ancorati saldamente al passato.
Ecco allora poggiato distrattamente (almeno questa è la sensazione che l’arredatore ha voluto suggerire) un set di antiche e logore valigie in cuoio, con tanto di cappelliera tonda. Sono magnifiche, graffiate per l’uso che ne è stato fatto, non rovinate ma vissute, e raccontano di viaggi, quando viaggiare (soltanto ieri) era un’avventura. Riportano alla mente le magnifiche immagini del film di Bernardo Bertolucci “Il tè nel deserto” e evocano viaggi che erano soprattutto quelli dell’anima. Non è poco, e scalda un ambiente in modo suggestivo. Poi ci sono magnifici tavoli di cristallo, su strutture in ferro o in legno, variazioni sofisticate del primo storico tavolo disegnato da Le Corbusier negli anni Trenta: Tube d’avion, su cui è poggiata una vecchia macchina da scrivere, una Olivetti Studio 44, o una antica L.C Smith&Corona Typerwriters Inc.14, o un vecchio metro di legno, quello con i numeri scritti grandi. In un soggiorno, accanto al tavolo ultramoderno e al divano essenziale colpisce un magnifico biliardino in legno, di quelli che forse ricordano soltanto i nostri padri.
Il contrasto è forte e piacevole. Cosa vorranno dirci questi designer? Forse che gli oggetti continuano a parlare di noi che li abbiamo utilizzati nel tempo. Si animano della nostra personalità e per questo che devono essere scelti con cura, non essere insignificanti, ma utili e belli, perché restano, a scaldare una casa, a creare emozioni.
Poi, tra tanto rigore cromatico, un’esplosione di colori. Sono gli oggetti realizzati in pelle: sedie, poltrone, anche piccoli tavoli, sgabelli, puff . Le tonalità sono vivaci e accanto ai toni naturali spiccano i rossi, gli azzurri, i verdi, i gialli. In uno stand ci sono persino puff di pelle con manici e fibbie che sembrano grandi borse dimenticate in soggiorno da un viaggiatore di passaggio. Molto belli anche alcuni porta riviste a forma di borsa,(verrebbe voglia di prenderli e portarseli via), ce ne sono alcuni deliziosi in plexiglass trasparente su cui sono stati applicati intarsi in pelle e manici, proprio a imitare una grande borsa da passeggio.
E ancora: l’angolo modernissimo con mobili in legno laccato di colori stupendi., sospesi al muro come quadri, in contrasto con la grafica bianca e nera di disegni che sono un omaggio a Corto Maltese di Crepax. Per i bambini che negli ultimi vent’anni sono stati particolarmente attratti dai dinosauri, letti a forma di tirannosauro, e su pareti verdi e nere grandi lampade verdi a ricordare i calici di enormi piante carnivore.
Magnifici tavoli di legno antico fanno bella mostra di sé in un altro stand. Sulla parete bianca alle sue spalle una scritta: “Quanti pensieri impregnano questo antico legno!”. Di nuovo il concetto degli oggetti, inanimati per antonomasia, che ci parlano, perché raccontano storie. In molte collezioni proposte vengono messi in primo piano i quattro elementi della natura e non è raro trovare fontane, anche grandi e a parete, in un soggiorno, tra un divano e un tavolo, con molte piante e una dimensione che si potrebbe definire zen.
Ci sono naturalmente anche i padiglioni riservati a un gusto più “classico”, anche se la definizione è ambigua e potrebbe assumere una connotazione vagamente negativa, o moderni, ma non di design così innovativo come quello appena descritto. Ma le sperimentazioni proposte dai nostri architetti e designer hanno un fascino superiore, e fanno parlare dell’eccellenza italiana in questo settore nel mondo. La ricerca del bello, realizzato da mani sapienti e con materiali nobili, ha fatto riscoprire ai giovani designer anche l’artigianato. Pochi pezzi dunque e realizzati da mani sapienti, per oggetti che per definizione dovrebbero avere una produzione industriale. E anche questo è un elemento di grande novità, insieme all’eco-compatibilità, che si afferma come requisito indispensabile per l’oggi e per il futuro. Anche una bicicletta in bella mostra nel soggiorno di casa parla a tutti noi dell’esigenza del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente. Del resto uno dei pezzi storici del design italiano è il tavolo basso con le ruote di bicicletta disegnato da Gae Aulenti per FontanaArte.
La sperimentazione di nuovi linguaggi dunque e di modi di vivere alternativi, colpi di genio per cambiare il mondo pensando al futuro che è già qui, adesso. Forse per questo ci sono tanti orologi in mostra, a ricordarci la commistione tra il passato, il presente e il mondo di domani. Quindi quadranti a volontà, tanti, di tutte le forme, dimensioni, colori, grandezze. Alcuni talmente sofisticati e particolari da non sembrare nemmeno orologi a un osservatore distratto. E’ proprio un viaggio nel paese delle meraviglie.