di Mariaceleste de Martino
Ci vuole impegno per scrivere un libro. E anche per leggerlo. Per la prima volta alla Fiera di Grottaferrata, ai Castelli Romani, si parla di testi che affrontano temi sociali, politici, storici, religiosi e culturali, in uno spazio di 3mila mq riservato al “Salone dell’editoria dell’impegno”. Momenti di riflessione e di dibattito attraverso incontri con gli autori e convegni a tema, come “Il ruolo dell’editoria nella costruzione dell’Italia repubblicana” e “La legge sul prezzo del libro”. Tra gli scrittori anche Sergio Zavoli, abitante di Monte Porzio, che legge le sue poesie e ne discute con il teologo Piero Coda e il critico Paolo Febbraro. Una grande attenzione al fenomeno dell’eBook, il libro elettronico che si scarica da Internet sul computer o direttamente sugli eBook reader. Tra gli editori avant-garde spicca Haiku Edizioni, fondata da due ragazzi romani di 26 anni, Valerio Carbone e Flavio Carlini, laureati in Filosofia, che con cinque collane tematiche diffondono la tecnologia dell’eBook attraverso la selezione di opere inedite di narrativa e fumettistica. Ottimo per chi è allergico alla polvere. Dall’Hi Tech al cartaceo tarlato. C’è anche uno spazio dedicato al libro antico, dalla genesi al restauro. La sezione del libro dell’impegno è un’idea di Mario Bertin e Gianfranco Proietti. Nove giorni di lettura, dal 9 al 17 aprile, all’interno della storica Fiera nazionale di Grottaferrata che nasce 411 anni fa con l’esposizione di prodotti della tradizione alimentare e artigianale.
“Green City” è lo spazio dedicato all’ambiente. “Verde” come botanica, riciclo dei rifiuti, bio-architettura ed energie rinnovabili. Divertenti le aree interattive: “Il parco delle ecotecnologie” allestito con modelli di energia fotovoltaica, e la “Casa della bioarchitettura”, dove anche i bambini possono imparare le nuove soluzioni ecosostenibili. Un assaggio del Parco dei Castelli Romani attorno al Lago di Albano, dove si può anche passeggiare a cavallo, lasciando a piedi macchine e motorini. Ci siamo anche messi a giocare assieme ai bambini tirando un grande dado per avanzare in una sorta di gigante Gioco dell’Oca su prato. Un gioco didattico, con domande su come rispettare l’ambiente. Abbiamo vinto. I più piccoli hanno imparato che non bisogna lasciare la luce accesa quando non serve, che una bottiglia di vetro non va abbandonata nell’erba a fine picnic, che le bottiglie di plastica è meglio schiacchiarle per occupare meno spazio, che sarebbe meglio utilizzare i mezzi pubblici invece che le automobili. Bella l’idea della sezione dedicata all’”Ecomobilità”, con un prototipo di autovettura completamente ecosostenibile, e i laboratori dove si trasformano materiali scartati in vere e proprie opere d’arte. L’Arte Trash è il frutto di chi ricicla, per esempio, tappi di plastica per farne collane, bracciali, tavoli o vassoi e altri oggetti.
Più in là, da un altro capannone provengono odori che fanno venire l’acquolina in bocca: salsicce e scamorze, formaggi, olive, leccornie di ogni tipo. Lungo il percorso dell’artigianato, veniamo colpiti da uno stand dove c’è una signora che lavora al telaio e al tombolo, un’arte antica che rischia l’estinzione. Giriamo l’angolo e troviamo un’artista che dipinge su vetro e crea decorazioni sul vetro piombato, altra tradizione da conservare preziosamente, come quella del mosaico: pezzi in vetro di Venezia e marmo locale lavorato da due artisti di Castelgandolfo.
Ma c’è spazio anche per pannelli solari, camini, vasche idromassaggi per giardino, tavoli in pietra lavica che arredano terrazze e spazi all’aperto, isolanti in sughero, arredamento campagnolo per interni e esterni, fontane, bonsai, e tanto altro per crearsi una casa ecologica, rilassante e pulita. Un’abitazione che rispetti la natura e sé stessi, e che apre anche le porte alla Cultura e all’Arte. Alla Fiera una serie di mostre: “Il Segno Graffiante” di Mino Maccari, “I Viaggi della Materia” di Enzo Fabbiano, “Lo Studiolo di San Girolamo, il pellegrino del dubbio” di Massimo Luccioli, un reportage fotografico di Andrea Pasta “Casilino 900, Gli Ultimi Giorni”. Foto toccanti e che provocano sempre dolore sono quelle della mostra “Il Porrajmos: L’altro Olocausto”: dalla schedatura, ai campi della morte, dai rastrellamenti allo sterminio. Nel settore dell’editoria si omaggia il giornalismo visivo con “il Me è Nudo”, graphic journalism e satira di approfondimento.
Un buon libro, una boccata d’aria fresca, un ottimo bicchiere di vino dei Castelli accompagnato da sfizi e bocconcini paesani e piazzale San Nilo si trasforma in un luogo di svago e di benessere. Fino al 17 aprile, dalle ore 10,00 alle 21,00, chiusura dell'ingresso alle ore 20,00. Per il Salone dell’editoria dell’impegno, l’ingresso è gratuito. Cenni storici
Come tutte le fiere che affondano le loro origini nel Medioevo, anche quella di Grottaferrata ha avuto inizio verosimilmente in concomitanza di importanti feste religiose che attiravano folle di fedeli. La necessità di ristorare un gran numero di persone richiamava i mercanti di viveri e merci, dando così origine a mercati a date fisse. Nel 1024, vent’anni dopo la fondazione dell’abbazia di S. Maria da parte di S.Nilo da Rossano, fu annessa al monastero la chiesa di S. Maria che assai presto fu meta di pellegrini sempre più numerosi. La festa dell’Annunciazione di Maria (25 marzo) e quella della sua Natività (8 settembre) divennero occasione privilegiata per gli scambi di merci. Le fiere divennero occasione di divertimento con la partecipazione di saltimbanchi, di attori girovaghi, di prestigiatori e di suonatori ambulanti. Per dame, cavalieri e personaggi di alto rango politico e religioso la Fiera divenne un’occasione di ritrovo mondano.
Dopo la metà del XVIII secolo fu la Fiera di marzo ad attrarre maggiormente mercanti, acquirenti e visitatori. La sua definitiva consacrazione avvenne nel 1966, con la decisione presa dall’ E.N.P.I (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) di sceglierla come luogo per la promozione di macchine agricole, adatte a zone collinari e scoscese, dotate di requisiti di particolare sicurezza e manovrabilità.
L’esposizione delle merci iniziata all’ombra dell’Abbazia, con lo svilupparsi di Grottaferrata da borgo ad autonomo Comune (1848) si andò via via ampliando. Nel 1985 ci si è avvalsi per la prima volta di padiglioni in tensostrutture. Dal 1996 la Fiera ha trovato la sua sede in un’ampia zona pianeggiante che si apre su viale S.Nilo estendendosi attualmente per una superficie di 15.000 mq di cui 12.000 coperti da tendostrutture.