di Rita Piccolini
Nel 2010 le esportazioni nel settore legno-arredo sono cresciute del 5%, per un totale di quasi 11,6 miliardi di euro. Il fatturato ha avuto un incremento dell’1,8%, il consumo interno ha fatto registrare un +2,6 %. I giorni più cupi della crisi internazionale che ha investito i mercati alla fine del 2008 sono un ricordo, ma non tanto sbiadito, perché a dominare tra gli addetti ai lavori è ancora l’incertezza. La situazione internazionale, oltre che confusa è anche drammatica, tra eventi catastrofici naturali, la tragedia giapponese, e i conflitti nel Mediterraneo alle porte di casa provocati dalla crisi libica. In questa situazione è difficile fare previsioni e “siamo costretti a navigare a vista”, sostiene Giovanni Anzani, presidente di Assarredo e amministratore delegato di Poliform. Anche se il settore dell’arredamento è forte e ben radicato, (registra tuttavia una crescita della disoccupazione dell’1,8%), deve fare in conti con una componente psicologica non di poco conto: quando le notizie dal mondo sono drammatiche le famiglie tendono a risparmiare, rimandano gli acquisti e si tengono le cucine e i soggiorni che hanno.
I dati più confortanti vengono dall’importazione dall’Italia: soltanto in Cina hanno avuto un incremento del 50%. Ma anche in questo caso è meglio essere prudenti nell’analisi del dato. I mercati cosiddetti emergenti hanno valori discontinui e mai come nella situazione attuale sono toccati da vicino dalla crisi giapponese e dal dibattito sull’uso dell’energia nucleare. Niente è sicuro quindi, soltanto la qualità altissima e riconosciuta a livello internazionale dei prodotti offerti, su cui scommettere certamente, ma con cauto ottimismo. Per questo il Salone del Mobile di Milano e un’occasione unica per consolidare il dialogo e ribadire l’eccellenza del “made in Italy”.
C’è un altro elemento importante che domina nei Saloni. L’orgoglio di realizzare prodotti di design sostenibile, che impegna le aziende italiane a non utilizzare legno di foreste esotiche protette, a rispettare posti, persone e culture locali, e soprattutto a non sfruttare il lavoro minorile. Forte di questa consapevolezza il mercato italiano non si rivolge soltanto a un pubblico sofisticato in senso estetico, ma anche a persone avvertite,coscienti e informate che acquistino tenendo conto di una bellezza che nasce anche dal rispetto della dignità delle persone. E questo perché, come sostiene Carlo Guglielmi, presidente dal Cosmit dal 2008:”Senza cultura non c’è prodotto”.
Carlo Guglielmi, oltre a presiedere il Cosmit, è amministratore delegato di Fontana Arte dal 1979. In una recente intervista pubblicata sul sito della Fondazione dell’ordine degli Architetti ha dichiarato che “protagoniste del Salone sono le fabbriche , una realtà unica nel mondo, oggi come 50anni fa”. Ammette che i progettisti invece provengono sempre più da aree internazionali, così come i mercati e i bisogni espressi dalla domanda di settore, ma afferma, senza ombra di dubbio, che “l’industria italiana del mobile esprime una sapienza progettuale ancora insuperata”. Partendo da questo presupposto vincere la sfida all’incertezza che domina i mercati mondiali appare possibile.