Giappone, parlano i dimostranti


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Le paure del dopo Fukushima

‘Pensiamo ai nostri figli’. ‘Dubbi su quello che ci dicono’ proteste_fukushima_296

''La nostra convinzione è che la riflessione sia necessaria e che un cambiamento sia dovuto, per il futuro dei nostri figli''. Sayuri Sato è una mamma di 34 anni, con due bimbi, di cui uno di poco più di un anno comodamente seduto nel passeggino: ''ho saputo della manifestazione su Twitter e per questo sono qui''.

A Tokyo è andata ieri in scena una grande iniziativa contro il nucleare, dove famiglie intere hanno risposto all'appello lanciato via internet sull'allarme della crisi ancora irrisolta della centrale di Fukushima. ''Ci sono dubbi su quello che ci viene detto - aggiunge in perfetto inglese Sato - e l'idea di poter vivere in un ambiente radioattivo e di mangiare cibo contaminato non è rassicurante''.

Allo Shiba Park, con i ciliegi in fiore, almeno 2.500 persone si sono riunite per sollecitare l'utility Chubu Electric Power a chiudere la centrale di Hamaoka, nella prefettura di Shizuoka, costruita su un quello che è indicato come possibile epicentro di un devastante sisma di magnitudo 8.0.

''Abbiamo imparato che le centrali non possono essere controllate dall'uomo'', dice da parte sua Gentaro Todaka, un fotografo di 34 anni. ''Ci auguriamo di poter fermare l' impianto di Hamaoka, che si dice sia più pericoloso e spero che la campagna per fermare gli impianti si diffonda altrove''.

Hajime Matsumoto, uno dei promotori del comitato 'Immediately stop Hamaoka nuclear plant!', osserva con grande soddisfazione la ''partecipazione di persone, che non sono state mobilitate da grandi organizzazioni, ma solo da un passaparola via internet''.

''Forse qualcosa sta cambiando o almeno me lo auguro - rileva Satoshi Suzuki, nel corteo con il figlio di 4 anni - Anche io ho ricevuto un messaggio su Twitter e spero di poter fare quello che posso per lui'', dice indicando il suo bambino. Il governo ha fatto sapere che ci vorranno mesi prima che la crisi nucleare possa rientrare: ''credo - conclude Suzuki - sia tempo di agire''.

Un corteo si è alla fine mosso verso il centro di Tokyo, con una parte che ha raggiunto la sede della Tepco, il gestore di Fukushima, dove la polizia ha rafforzato la sua presenza e un presidio di protesta è presente pressoché ormai per l'intero arco della giornata. Alla stazione di Koenji, nel quartiere Suginami, i partecipanti hanno raggiunto invece la quota record di 15.000 unità.