La Nato continuerà le operazioni militari in Libia fino a quando "tutte le violenze contro la popolazione civile saranno cessate". E' l'impegno assunto dai 28 alleati al Consiglio Esteri di Berlino, secondo quanto riferito dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen. Stamani gli insorti avevano rivolto un disperato appello, chiedendo ai Paesi Nato di intensificare gli attacchi contro le forze di Gheddafi, altrimenti a Misurata sarà "un massacro": nella città oggi almeno 23 i morti sotto i bombardamenti. Intanto un raid aereo è in corso su Tripoli. E' stata udita una forte esplosione in particolare nel settore di Bab Al Aziziya, residenza del colonnello Muammar Gheddafi.
NATO, AVANTI FINO A STOP VIOLENZE CONTRO CIVILI - La Nato continuerà le operazioni militari in Libia fino a quando "tutte le violenze contro la popolazione civile saranno cessate". E' l'impegno assunto dai 28 alleati al Consiglio Esteri di Berlino, secondo quanto riferito dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen. "Non staremo fermi a guardare un regime screditato che attacca brutalmente la propria gente", ha assicurato Rasmussen. I 28 alleati hanno concordato - ha detto il segretario generale - di proseguire gli attacchi in Libia finché non saranno raggiunte tre condizioni: la cessazione totale delle violenze contro i civili, il ritiro di tutte le forze militari e paramilitari del regime di Gheddafi e la garanzia di consentire "accesso pieno e libero" agli aiuti umanitari alle popolazioni che ne hanno bisogno. "Faremo tutto il necessario per proteggere i civili, così come prevede il mandato delle Nazioni Unite", ha detto Rasmussen. "Abbiamo la responsabilità di difendere la popolazione da un regime brutale e siamo determinati a farlo".
RAID AEREO SU TRIPOLI, FORTE ESPLOSIONE - Un raid aereo è in corso su Tripoli. E' stata udita una forte esplosione in particolare nel settore di Bab Al Aziziya, residenza del colonnello Muammar Gheddafi. Degli aerei sono stati visti sorvolare la capitale libica dalla mattina. Poi, verso le 15:00, alcuni giornalisti hanno riferito di aver udito dal loro albergo almeno un jet militare sorvolare a bassa quota e subito dopo una forte esplosione provenire dalla zona dove sorge la caserma che ospita Gheddafi. La detonazione è stata seguita da raffiche dell'antiaerea.
INSORTI, 23 MORTI A MISURATA PER MISSILI GHEDDAFI - E' salito a 23 civili uccisi il bilancio degli attacchi del regime a Misurata per mezzo di missili Grad. Lo riferiscono fonti degli insorti libici, specificando che tra le vittime ci sono anche donne e bambini.
NATO DIVISA A BERLINO. CNT: SALVATE MISURATA - Dopo la decisione di aiutare finanziariamente i ribelli anti-Gheddafi, presa ieri a Doha, i ministri degli Esteri della Nato, riuniti oggi e domani a Berlino, cercano di superare le divisioni sul ritmo da imprimire alle operazioni militari. Poco prima dell'avvio dei lavori, gli insorti libici hanno rivolto un disperato appello alla Nato, chiedendo ai Paesi dell'Alleanza di intensificare gli attacchi contro le forze di Gheddafi, altrimenti a Misurata sarà "un massacro". Sulla città libica, sotto assedio da settimane, almeno 80 missili Grad sono stati sparati stamani dalle forze di Gheddafi uccidendo decine di civili. "Ci sarà un massacro se la Nato non interviene con forza", ha detto un portavoce degli antigovernativi, identificatosi come Abdelsalam, in una telefonata alla Reuters. "Le nostre operazioni termineranno quando non ci saranno più minacce per la popolazione civile", ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, negando l'immagine di una "Nato lenta". Ma la Francia e la Gran Bretagna insistono da giorni sulla necessità che l'Alleanza imprima una svolta ad 'Unified Protector'', per accelerarne il ritmo e l'intensità. "Non facciamo abbastanza per proteggere la popolazione civile", ha dichiarato Juppé. Parigi e Londra si stanno accollando la metà degli attacchi a terra, mettendo a disposizione della missione rispettivamente 29 e 10 aerei. Solo sei paesi dell'Alleanza su 28 partecipano alle operazioni di attacco di target al suolo (Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Belgio, Canada e Usa). L'Italia, la Spagna, l'Olanda e la Svezia agiscono con regole (caveat) più strette e non partecipano agli strikes. I 28 sono disivi anche sulla necessità di rifornire di armi gli insorti che fanno riferimento al Consiglio di transizione libico.