10 anni di Servizio Civile


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'Struttura utile, ma riforma subito'

Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e capo dell'Ufficio nazionale per il Servizio Civile: 'Legge pronta da un anno, ma ferma nel cassetto' B

“Se c’è qualcosa di bipartisan attualmente in Italia, quella è il Servizio civile nazionale “. E’ la frase con la quale il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha espresso, durante la conferenza stampa nella sede di viale Mazzini della Rai per i dieci anni del Servizio nazionale civile, la sua convinzione che sia interesse di tutte le forze politiche potenziare un “essenziale strumento di coesione sociale del Paese”. Per questo ha lanciato un appello-allarme, per l’approvazione in Parlamento del testo di riforma della legge istitutiva, emanata a marzo del 2001 “riconosco, da un governo di centrosinistra, e poi gestita da un esecutivo di centrodestra, poi ancora di centrosinistra e infine di nuovo di centrodestra”. Più bipartisan di così, dice in sostanza Giovanardi, che è anche capo dell’Ufficio nazionale per il Servizio Civile. “In dieci anni è cresciuto, ma mi chiedo cosa farà da grande?. Il Servizio dà un valore aggiunto al nostro senso di coesione nazionale e sociale, per gli aspetti di protezione civile, ambientale, di assistenza sul territorio che garantisce. Ma ora occorre un chiarimento su quello che fa lo Stato e su ciò che fanno le regioni”. “Per il Servizio civile –ha precisato- valgono gli stessi principi fondanti delle forze armate: identità, radicamento ed esigenza di essere presenti, in qualsiasi momento. La contingenza della dialettica politica tra maggioranza e opposizione per uno strumento che tutti dicono sia utile – ha sottolineato – non c’entra”.

Al centro di questa riforma dunque ci sono i rapporti tra Stato e Regioni ed Enti locali?
Il testo che il governo ha preparato affronta molte questioni, ma soprattutto il rapporto tra Stato, Regioni ed Enti locali, affinché il Servizio civile nazionale sia qualcosa che possa godere del contributo di tutti, in maniera organica, sottolineando però la sua identità di difesa della patria. Il Servizio civile nazionale è l’altro modo, rispetto alle Forze Armate, con cui giovani possono impegnarsi a dare attuazione a un progetto costituzionale. E’ chiaro però che deve avere una sua logica di esaltazione del ruolo delle Regioni, ma sempre dentro una realtà che, come le Forze Armate, è una realtà nazionale.

Quindi potremmo dire che la proposta di riforma introduce il concetto di federalismo anche nel Servizio civile?
No. Ogni Regione può svolgere un suo ruolo, dando dei contributi e anche partecipando alla gestione del Servizio, con le modalità che vanno discusse nel disegno di legge. Noi pensiamo ad esempio di proporre che del sistema di valutazione dei singoli progetti facciano parte sia rappresentanti dello Stato che delle Regioni. Oppure, altra proposta è quella di lasciare totalmente i fondi aggiuntivi, quelli cioè che ogni singola Regione può dare, alla stessa Regione che li dà, in modo che vengano spesi là, con progetti aggiuntivi. Però occorre un dibattito parlamentare.

Lei sollecita anche Napolitano. Come potrebbe intervenire il Capo dello Stato?
Con la sua moral suasion, indicando l’importanza del Servizio Civile nazionale. Durante la conferenza è venuta fuori la proposta, che appoggio totalmente, di progetti mirati a far fronte all’emergenza degli profughi. Noi potremmo contare sulla disponibilità di centinaia, forse di migliaia, di giovani, per aiutare lo Stato, le Regioni e gli Enti locali a fronteggiare questa situazione anche nei prossimi mesi, perché l’immigrazione, soprattutto dal Maghreb, non si fermerà.

I giovani sono pronti a fare anche questo, secondo lei?
Il nostro problema è che abbiamo molti più giovani pronti a fare questa esperienza rispetto alla possibilità concreta di consentirgli di farla. (Egi)