Terremoto in Abruzzo - Due anni dopo


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Napolitano: non dimenticheremo L'Aquila

Alle 3.32 L'Aquila si è fermata. Veglia di commemorazione in città aquila_ fiaccolata_296

"L'Italia vicina a L'Aquila. Il suo meraviglioso centro storico dovrà essere ricostruito" "Gli aquilani non devono avere paura di essere dimenticati perché per fortuna la coscienza civica del nostro paese e degli italiani non è al di sotto del dovere del ricordo e della vicinanza". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a L'Aquila dove ha partecipato alla messa in ricordo delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Prima di prendere parte alla funzione religiosa, il Capo dello Stato, che ha incontrato alcuni parenti delle vittime, una delegazione di studenti aquilani e rappresentanze dei soccorritori, ha sottolineato che la sua presenza, per quel che rappresenta sul piano istituzionale come Capo dello Stato, "è la conferma di come gli italiani siano stati e siano profondamente vicini e solidali con gli aquilani: nessuno può certamente avere dimenticato o cancellato, neanche per un solo momento, dal suo animo, dalla sua memoria la tragedia del terremoto che ha colpito questa bellissima città e che ha visto poi impegnati popolazione e cittadini con il concorso di altre parti di Italia in uno sforzo straordinario per la sopravvivenza e il rilancio".

Il Presidente Napolitano ha quindi riaffermato l'impegno per la ricostruzione: "Sappiamo che le questioni di prospettiva sono complesse, ma deve essere chiaro che per noi l'Aquila vale quanto la più grande delle città storiche del nostro paese. Di città storiche ne abbiamo di grandi, di medie e di piccole quanto a dimensioni e tutte costituiscono un tesoro del nostro paese che è riconosciuto in campo internazionale. E anche con questo occhio guardiamo a l'Aquila, e non solo al bisogno di lavoro, di studio e di attività quotidiane dei cittadini, ma alla rinascita di questo bellissimo, meraviglioso centro storico".

Oltre ventimila aquilani hanno atteso in Piazza Duomo le 3:32, l'ora fatale in cui il 6 aprile del 2009 una violenta scossa di terremoto di magnitudo 6.3 distrusse il capoluogo e altri 56 paesi, provocando 309 vittime e oltre 1.600 feriti.

Nella piazza - che quella notte raccolse migliaia di cittadini feriti, spaventati e sgomenti - il mesto silenzio viene interrotto da 309 rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, accompagnati dalla lettura dei nomi delle altrettante vittime del sisma.

Quello che era lo storico ritrovo degli aquilani si è riempito gradualmente nelle ore, fino ad accogliere tutto il corteo che, senza alcun incidente, dalle 21:30 era partito dalla Fontana Luminosa e aveva percorso alcune delle poche strade del centro storico messe in sicurezza.

Al corteo hanno partecipato anche i rappresentanti di comitati ed associazioni per le vittime di altre sciagure, come quelle di Viareggio e della Moby Prince.