Emergenza immigrati


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11 satelliti puntati sulle coste africane

Programma congiunto Esa, Guardia costiera, Guardia finanza, Marina v

Sono 11 i satelliti puntati sulle coste nordafricane e sul Mediterraneo per individuare e segnalare i movimenti nei porti e barche in navigazione, fino alle più piccole, delle dimensioni di 4 metri. Per il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, questa sorveglianza è un esempio di come "quando si dice che l'immigrazione è un problema dell'Unione Europea si dice il vero e il giusto". Lo ha detto oggi a Frascati (Roma) lo stesso Tajani, presentando la nuova strategia spaziale europea nel centro dell'Esa in Italia, l'Esrin.

La sorveglianza delle coste e del Mediterraneo è un esempio delle ricadute positive dello spazio al servizio della società, ha osservato Tajani, e "un esempio di collaborazione da parte dei singoli Stati membri, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea significativa anche politicamente". Il sistema di sorveglianza che in questi giorni sta segnalando le imbarcazioni provenienti dal Nord-Africa si chiama Mariss (European Maritime Security Services), è gestito dalla società e-Geos costituita da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Telespazio (Finmeccanica-Thales) ed è nato dalla collaborazione tra Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Marina Militare ed Esa. Degli 11 "occhi" puntati sul Mediterraneo, 6 sono satelliti radar in grado di prendere immagini anche di notte e attraverso le nubi. Di questi, 4 sono gli italiani Cosmo-SkyMed, in grado di fornire immagini ad alta risoluzione ogni 4-6 ore. Ci sono poi il satellite tedesco TerrasarX e il canadese Radarsat-2. Gli altri 5 satelliti, tutti ottici, sono gli americani Geoeye, Quickbird e Ikonos, il francese Spot e Formosat, di Taiwan. "Ad oggi la copertura del Mediterraneo non è completa", ha detto il direttore dell'Esa per l'Osservazione della Terra, Volker Liebig. Ma, ha aggiunto "a partire dal 2013 si aggiungeranno i satelliti europei radar Sentinel" (saranno 4 entro il 2016), "in grado di garantire ogni 5 giorni una sorveglianza completa della Terra".