di Mauro Caputi
Il Milan vince il derby ma il Napoli dice che non è fuga. Il sogno dei rossoneri di avviarsi a un finale di campionato se non tranquillo almeno senza scossoni dura dalla sera del sabato all'ora di pranzo della domenica.
I partenopei rimontano due volte la Lazio e fanno bottino pieno siglando all'88' il gol del 4-3. Protagonista Cavani, con una tripletta che lo porta a quota 25 in classifica cannonieri. L'anticipo del San Paolo è per cuori solidi e decolla nel secondo tempo, complice forse una fetta d'estate che si è insinuata nell'inizio di primavera. Il caldo del mezzogiorno partenopeo rende compassato il ritmo dei primi 45'. Non che manchino le emozioni, ma si comincia a fare sul serio solo dal gol del vantaggio laziale che arriva al 29' con un'iniziativa e un colpo di biliardo di Mauri. Lo stesso nazionale si divora il raddoppio qualche minuto dopo. Fra i padroni di casa si fanno apprezzare Lavezzi e Hamsik, appare imballato Cavani. Ripresa, come anticipato, di tutt'altro tenore. Gli sforzi dei partenopei, ancora non efficaci, sembrano definitivamente frustrati al 57' dal gol di Dias servito su punizione da Sculli. Mazzarri butta nella mischia Mascara e l'impatto è importante, anche se la fase difensiva della Lazio ci mette molto di suo. Al 60' Dossena colpisce indisturbato di testa sul secondo palo un pallone spedito in area da Lavezzi e che nessuno si era preso la briga di allontanare; al 62' Maggio riesce a rimettere a centroarea la punizione di Mascara e Cavani, tutto solo a pochi metri dalla porta, spinge di testa il pari. Lazio annichilita, Mascara non la punisce sprecando malamente l'occasione del sorpasso. Tuttavia Lazio viva, che riesce a rispondere all'uno-due del Napoli con l'uno-due confezionato al 67' e al 68'. Sfortunatamente per gli uomini di Reja, però, la terna arbitrale non è attentissima. La botta di Brocchi da fuori area (67') picchia la faccia inferiore della traversa, atterra oltre la linea bianca ma torna in campo. Banti non vede il gol, il guardalinee non lo aiuta. Un minuto dopo fuga di Zarate sulla sinistra, palla nell'area piccola, grande intervento di De Sanctis, improvvido tocco di Aronica e palla in fondo al sacco sbagliato. Stavolta l'arbitro non può sbagliare e la Lazio è di nuovo in vantaggio. Napoli avanti a testa bassa, Lazio un po' sufficiente nella gestione del pallone. Da una serie di cross arriva l'episodio chiave a favore dei partenopei. All'80' Cavani si avventa sull'ennesimo pallone in area, sente il contatto di Biava e va giù. Rigore e rosso per il difensore di Reja. Proteste veementi sia per il fallo, sia per la decisione di sanzionare la chiara occasione da gol. Banti è irremovibile e all'82' Cavani può presentarsi sul dischetto e piazzare il nuovo pareggio. Mazzarri inserisce anche Lucarelli, la Lazio prova ad amministrare e si arrende a una nuova disattenzione: rinvio di De Sanctis, sponda aerea di Mascara per Cavani liberato da un erroraccio nell'applicazione del fuorigioco (Reja si arrabbia, stavolta a torto, col guardalinee e viene espulso). E' l'88' e l'uruguaiano completa la tripletta con cui demolisce il primato di Vojak che reggeva dal campionato 1932-33: 22 gol in un solo torneo col Napoli. Alla Lazio resta solo l'amarezza, per Napoli il sogno continua. Ci sono sette giornate e tre punti, può succedere di tutto.
Grande sorpresa a Lecce, dove si ferma bruscamente la rincorsa dell'Udinese. La squadra di Guidolin è in ombra, è questo era già successo. Ma questa volta i suoi assi non l'hanno cavata dagli impicci. Di Michele imperversa nell'area friulana a inizio ripresa, semina quattro avversari e perde il pallone. Dietro, però, c'è pronto Bertolacci a portare avanti i salentini al 48'. La reazione dell'Udinese si ferma al palo di Abdi e al contestato annullamento di un gol di Di Natale. Al 65' fuga di Jeda a destra e palla in mezzo dove irrompe ancora Bertolacci. Il 2-0 resiste senza emozioni fino al 90' e De Canio si gusta lo stato di forma dei suoi nella rincorsa salvezza. Udinese di nuovo sulla terra? Presto per dirlo. Alla prossima giornata è in programma Udinese-Roma.
A 'Marassi' un ottimo Cagliari supera 1-0 il Genoa imponendo ritmo e gioco. Il gol partita arriva al 16' con Acquafresca che di testa si fa trovare pronto sul cross di Biondini. La reazione dei rossoblù è in un'iniziativa di Palacio, i sardi non concretizzano in contropiede e tengono aperta, loro malgrado, la gara. Nella ripresa il Genoa recrimina per un gol annullato a Floro Flores (fuorigioco in effetti non chiarissimo), ma non fa molto altro. Il Cagliari può pensare con serenità a un posto in Europa.
Il derby di Sicilia, di scena al 'Massimino', parla catanese. Il 4-0 a favore degli etnei matura nella ripresa. Al 48' Balzaretti inganna il proprio portiere e Lodi non riesce ad appropriarsi del gol. Al 61' il centrocampista rossazzurro si fa apprezzare pescando bene Bergessio che fulmina Sirigu. Al 67' Ledesma risolve in scivolata su un batti e ribatti. Al 77' il neoentrato Pesce chiude i conti concludendo con un bel pallonetto un contropiede. Per il Palermo un evidente regresso rispetto al successo contro il Milan prima della sosta del campionato. Per Cosmi è la terza sconfitta su quattro partite della sua gestione. Che si chiude qui, perché in serata Zamparini lo ha esonerato richiamando Delio Rossi. Il Catania comincia a respirare un'atmosfera più tranquilla, con un certo margine sulla zona pericolosa.
Quella stessa zona che fa invece tremare il Parma. Non si può considerare una sorpresa eclatante come quella del Lecce che affonda l'Udinese insediata nei quartieri alti, ma il successo del Bari al 'Tardini' fa certo qualche rumore: quello, sordo, del crac della panchina di Marino. I ducali non ce la fanno a passare e Parisi porta in vantaggio gli ospiti con una punizione, in realtà non irresistibile, di Parisi al 64'. Partita in parità all'80' per merito di un poderoso colpo di testa di Amauri. Il Parma prova a fare bottino pieno e la squadra di Mutti lo buca al 92' con un perfetto contropiede sull'asse Bentivoglio-Alvarez. La vittoria, 2-1, forse non servirà, ma fa onore all'impegno del Bari. Non sarà di questo avviso Marino: il tecnico subisce lo stesso destino di Cosmi, e viene esonerato dalla dirigenza emiliana un paio d'ore dopo la fine della partita. Il successore ancora non è stato indicato.
A Cesena partita in altalena con una Fiorentina prima inseguitrice, poi inseguita. I romagnoli vanno avanti al 18' con una punizione di Jimenez (ex di turno) che inganna Boruc nel traffico in area. Natali litiga con i legni: nel primo tempo, complice la grande deviazione di Antonioli, colpisce il palo; nella ripresa incoccia la traversa. Gilardino, invece, prende il bersaglio grosso e fa 1-1 al 35'. Si fa apprezzare di più il Cesena nella ripresa. Tuttavia la Fiorentina non trema e va in vantaggio al 69' con un bel colpo di Montolivo dal limite dell'area. Il definitivo 2-2 arriva all'87' complici due svarioni dei viola: prima palla persa a centrocampo sul pressing di Malonga che va in fuga e centra per Caserta; il tiro è molle, ma una deviazione scomposta di Gamberini mette fuori causa Boruc. Risultato, comunque, equo.
Chievo-Sampdoria era pronosticata come partita 'tattica', per dirla con metafora, e ha mantenuto le attese. I primi 45' passano con i portieri a far da spettatori non paganti. Nella ripresa Palombo per la Samp e Uribe per il Chievo forniscono spunti di cronaca. Commovente l'arbitro Brighi che, applicando alla lettera il regolamento, concede 4' di recupero. Lo 0-0 va bene a entrambe le squadra, con una differenza: il Chievo, 36 punti, ha quasi centrato l'obiettivo salvezza; la Sampdoria, 32 punti, è invece pienamente coinvolta nella lotta per non retrocedere e appare in crisi di gioco e di forma rispetto alle squadre vicine in classifica.
Il 31° turno si è chiuso con Roma-Juventus, partita che in altre epoche decideva lo scudetto (per tutte e due o per una delle due). Da questa classica un po' decaduta esce fuori un 2-0 per la squadra di Delneri che spegne le speranze dei padroni di casa di agganciare il treno Champions e rilancia le speranze europee degli ospiti. La partita si apre con una Roma arrembante e una Juve timorosa, chiusa e impacciata nelle ripartenze. Vucinic si libera centralmente e chiama al grande intervento Storari (Buffon fermato dalla febbre all'ultimo momento). Il montenegrino crossa poi per Totti che scarica un diagonale potentissimo: Storari e poi Grosso sulla linea ci mettono una pezza. Pochi secondi prima dell'intervallo siluro di De Rossi con Storari che chiude in corner. Sul calcio d'angolo la Juve spaventa in contropiede: Marchisio innesca Matri che non è felice nella conclusione. Nella ripresa la Roma sembra in crisi d'ossigeno. La Juve gradualmente si fa avanti e trova il gol con un'incursione di Grosso che serve Krasic solo a centroarea. Stoccata al volo del serbo e bianconeri in vantaggio al 59'. I giallorossi devono reagire, ma sembano non avere la forza di cambiare passo. Pepe manca un'occasione dopo un contropiede di Matri. La Roma cerca il colpo individuale. Menez s'invola sulla sinistra, stringe verso la porta e spara cogliendo la traversa (Vucinic non riesce a ribadire verso la porta). E' un fuoco di paglia. Un minuto dopo Krasic manca una nuova opportunità. Ancora un minuto, siamo al 74', e Matri chiude la gara pescato da Grosso. La punta elude il fuorigioco e si presenta tutto solo a trafiggere Doni. La Roma non ne ha più, la Juve pensa al futuro con maggior serenità.