di Sandro Calice KICK-ASS
di Matthew Vaughn, Usa 2010 (Eagle Pictures)
Nicolas Cage, Christopher Mintz-Plasse, Aaron Johnson, Mark Strong, Chloe Moretz, Xander Berkeley, Omari Hardwick, Tamer Hassan, Lyndsy Fonseca, Clark Duke, Michael Rispoli, Adrian Martinez, Kofi Natei.
Non sottovalutate questo film. C’è la buona idea e la solida trama del fumetto di Mark Millar (“Ultimates”, “Wanted”), con le matite del mitico John Romita Jr. C’è la mano a suo agio col fantastico di Matthew Vaughn (“Stardust” e il prossimo “X-men: l’inizio”). E c’è un cast che funziona come un orologio.
Dave Lizewsky (Johnson) è un adolescente di New York che più normale non si può. Nessuna abilità o passione particolare, innamorato non ricambiato della bella della classe, professionalmente dedito a onanismo da internet. Poi un giorno per caso si chiede e chiede ai suoi amici come mai nessuno ha mai provato a essere un supereroe. Una cavolata buttata lì, con gli amici che lo prendono in giro, argomento chiuso. No. Dave ordina su internet una muta da sub verde e gialla e decide che ce la può fare, che può essere un supereroe, che sarà Kick-Ass! La prima uscita è drammatica. Ma grazie al web Kick-Ass diventa un fenomeno e Dave scopre un mondo: su piazza ci sono già due supereroi in calzamaglia, Big Daddy (Cage) e Hit Girl (Moretz), padre e figlia adolescente, il cui scopo è distruggere l’impero criminale di Frank D’Amico (Strong). Non è più un gioco, non lo è mai stato: questa è una guerra, e in guerra si può vincere o morire.
Il fumetto di “Kick-Ass” vuole inserirsi (restando però una tacca sotto, secondo noi) nella tradizione di graphic novel come “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller e di “Watchmen” di Alan Moore, quei mirabili romanzi cioè che hanno riscritto l’etica e l’estetica del supereroe moderno, che hanno svelato una prospettiva diversa da cui osservarli. In questo film, che ha la particolarità di essere stato pensato e costruito quasi contemporaneamente al fumetto, che è un buon prodotto di genere, che ha faticato a trovare una distribuzione ma che potrebbe piacere anche ai non appassionati, vediamo rappresentato il pensiero fesso ma affascinante che qualunque lettore di fumetti almeno una volta ha fatto: vorrei (potrei?) essere come il mio eroe. C’è un supereroe con un costume e senza superpoteri che esce per strada a combattere il crimine, in teoria sa tutto, in pratica capisce subito che potrebbe morire da un momento all’altro, ma non fugge, ormai il ruolo non glielo consente. Il film è pieno zeppo di riferimenti, citazioni e omaggi all’immaginario universale del fumetto supereroico, a partire da Big Daddy e Hit Girl, una sorta di Batman e Robin perversi. La fotografia e il ritmo ricordano volutamente e affettuosamente Tarantino e John Woo. La violenza è cruda, dura, coreografica, addirittura fastidiosa in qualche momento, riuscito contrappeso però al clima da commedia del racconto. E gli attori fanno tutti egregiamente la loro parte: ma Chloe Moretz – Hit Girl (già amata in “Let me in”), questa letale, bellissima, feroce, dolcissima bambina sorridente e saltellante, non la dimenticherete facilmente.