'Inospitale Terra promessa'

Un libro di Morteza Latifi Lezani - edizioni la meridiana

I racconti di questo testo sono spaccati di vita vera. I protagonisti sono per lo più rifugiati politici richiedenti asilo politico e ragazzi agli occhi della legge “minori stranieri non accompagnati”. Sono storie di qualche anno fa, quelle concluse con esito positivo. I ragazzi sono ora regolari in Italia.

Storie fortunate dunque. Ma i fatti raccontati sono comunque duri, amari, dicono di ragazzi che, cercando dignità e sopravvivenza, hanno trovato l’umiliazione spesso propagandata come diritto e rispetto della legge. A volte anche la violenza e l’abuso. Oltre che le botte e lo sfruttamento.

Sono storie raccolte in un progetto della Casa della Cultura Iraniana di Venezia con l’intento di offrire un contributo alla comprensione dei processi migratori: chi sono, perché, cosa accade loro, cosa sperano, cosa li muove ad affrontare l’ignoto. Morteza Latifi Nezami le ha raccolte dando loro la dignità di un racconto. Per aiutarci a capire.

Quando questo libro è stato pubblicato, i numeri del fenomeno migratorio erano altri. La cronaca di questi giorni ha fatto saltare tutto. Per questo, il libro “Inospitale terra promessa”, ci sembra ancora più necessario.

Da decenni rispetto ai flussi migratori il dibattito ha fatto leva sul panico, sulla paura dell’altro che arriva, invade, pretende. Di fronte alla Storia che ridisegna le geografie dei popoli, ci siamo inventati anche “l’immigrazione zero” quasi che gli slogan potessero arginare, fermare, bloccare. Con il risultato che non solo non abbiamo capito, ma oggi non abbiamo gli strumenti legislativi per far fronte a una accelerazione degli sbarchi.

Le storie aiutano a capire la Storia. La fanno. La scrivono. La cambiano. Questo libro è per chi vuole provare a capire, aver meno paura e cercare gli strumenti necessari per aver cura dell’umanità.

Lampedusa, come le coste pugliesi o le frontiere slave sono per loro l’inizio di una nuova speranza di vita, per noi il punto dove ci giochiamo la nostra partita con la Storia. Il luogo comunque dove, sia loro che noi, abbiamo bisogno di guardare l’orizzonte per andare avanti.