Gheddafi


Stampa

L'ultima sfida del colonnello

Da 40 anni al potere, il regime sembra avere le ore contate gheddafi_divisa_296

La resa dei conti è arrivata per il colonnello Gheddafi e la fine del suo incontrastato potere, immutabile da quarant'anni, sembra farsi vicina.

Questo leader dai comportamenti imprevedibili è la massima autorità libica pur senza ricoprire alcuna carica ufficiale: si fregia solo del titolo di Guida della rivoluzione ed è anche il governante più longevo d'Africa e del mondo arabo essendo al potere dal 1 settembre 1969, dopo aver rovesciato re Idriss I con un colpo di stato incruento. All'epoca Gheddafi aveva 27 anni ed era colonnello dell'esercito.

Celebre per i suoi abiti sgargianti, il leader libico è anche considerato un politico scaltro e navigato che ha saputo portare il suo Paese fuori dall'isolamento diplomatico. Nel 2003, dopo quasi 20 anni di embargo internazionale, Tripoli ha ammesso le proprie responsabilità nell'attentato all'aereo della Pan Am in volo sulla cittadina scozzese di Lockerbie, spianando la strada all'abolizione delle sanzioni Onu imposte per il sostegno al terrorismo internazionale.

Nato nel deserto vicino Sirte nel 1942, Gheddafi è stato in gioventù un ammiratore del leader egiziano e nazionalista arabo Gamal Abdel Nasser, prendendo parte attivamente alle proteste contro Israele durante la crisi di Suez del 1956. Dopo la presa del potere, Gheddafi fece approvare dal Consiglio della rivoluzione una nuova Costituzione, da lui definita araba, libera e democratica. Che però non prevede multipartitismo ed elezioni. Nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espropriò ed espulse la comunità italiana residente nel Paese e chiuse le basi militari statunitensi e britanniche.

La politica della prima parte del governo Gheddafi può essere definita come una 'terza via' tra comunismo e capitalismo nella quale egli cerco' di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia. Nel 1976, Gheddafi pubblica il Libro Verde, la summa del suo pensiero politico, e l'anno successivo proclama la Jamahiriya, un neologismo che significa più o meno 'Repubblica delle masse'.

Nei suoi viaggi all'estero si accampa in una tenda beduina lussuosamente arredata ed e' accompagnato dalle ormai celebri 'amazzoni', un corpo di elite tutto al femminile incaricato della sua sicurezza personale. La tenda beduina la utilizza anche per ricevere i capi di stato in visita in Libia e per rilasciare le interviste, mentre sventola alternativamente una foglia di palma e uno scacciamosche. Sopravvissuto a numerosi attentati, Gheddafi è molto diffidente e viaggia sempre in auto super blindate scortato da decine di guardie del corpo armate fino ai denti.

Oggi, il rais ha nuovamente stupito tutti con un sorprendente gesto diplomatico (probabilmente un po' tardivo), inviando quattro lettere ai grandi del mondo: al presidente Usa Barack Obama, al premier britannico David Cameron, al presidente francese Nicolas Sarkozy e al segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon. Se però con Obama, figlio di un africano come lui, il colonnello è stato amichevole e 'paterno', definendolo ''un figlio'', nei confronti degli altri tre ha invece ripreso il suo piglio più abituale, rabbioso e minaccioso.