Tutto il suo cinema e, quindi, tutta la sua vita. Torino rende omaggio a Roman Polanski con una retrospettiva che comprende l’opera quasi completa del regista, attore e sceneggiatore polacco naturalizzato francese: 28 tra lungometraggi e cortometraggi, 3 film in cui ha recitato in ruoli importanti (‘Pokolenie’ e ‘Zemsta’ di Andrzej Wajda e ‘Una pura formalità’ di Giuseppe Tornatore), alcune pubblicità da lui dirette, 2 ‘making off’ sui set di ‘Tess’ e ‘Macbeth’ più un documentario, in anteprima italiana, a lui dedicato da Marina Zenovich. Il tutto introdotto da un incontro pubblico con Nanni Moretti sabato 22.
Polanski, 75 anni, che vuole essere definito semplicemente ‘un regista di film’, odia le etichette. Il suo cinema, pur compatto e coerente, ha frequentato generi e realtà produttive diverse: da ‘Chinatown’ a ‘Il pianista’, che gli valse l’Oscar nel 2002, dal cinema di Stato della Polonia sovietica ai grandi studi hollywoodiani. Vedere, per credere, ‘Il coltello nell’acqua’ (’62), ‘Per favore, non mordermi sul collo’ (’67), ‘Rosemary’s baby’ (‘68), ‘L’inquilino del terzo piano’ (’76), ‘Tess’ (’79), ‘Frantic’ (’88), ‘La nona porta’ (’99). E tutti gli altri.
La sua vita privata non è meno complessa e avventurosa, segnata da episodi drammatici. Le origini ebree, la madre morta nel campo di sterminio di Auschwitz, la moglie Sharon Tate, incinta all’ottavo mese, massacrata nel 1969 dalla setta di Charles Manson. Fino alla vicenda giudiziaria ricostruita in ‘Roman Polanski: wanted and desired’, il documentario presentato in questa retrospettiva. Nel 1977, infatti, il regista fu accusato negli USA dello stupro di una tredicenne. Ammise di averla sedotta, ma negò di averle usato violenza. Fu comunque denunciato e all’inizio del 78, prima della condanna, fuggì. Polanski non tornò mai più negli Stati Uniti e la Francia non ha mai concesso l’estradizione. Nel 1994 ha risarcito con l’equivalente di 350 milioni di lire la ragazza, che oggi è sposata, vive alle Hawaii e dice di non serbare più rancore. Solo di recente il regista ha approvato il lavoro di Zenovich, e Torino sarà l’occasione del loro primo incontro.
Dopo il festival, Polanski continuerà a lavorare al suo nuovo film, un thriller politico tratto da un libro di Robert Harris, “Ghost”, con Pierce Brosnan e Nicolas Cage.