di E.T.
L’arrivo delle tredicesime non basterà a far quadrare i conti: servono incentivi ai redditi, dicono gli imprenditori. Escluso un anticipo dei saldi, possibili degli sconti tra il 10% e il 20% per andare incontro ai consumatori.
I consumatori chiedono di anticipare l’inizio dei saldi prima del Natale per aiutate le famiglie, che destineranno gran parte della tredicesima al pagamento di mutui e bollette. E’ possibile un intervento di questo tipo?
“No. Pur in un momento difficile non possiamo anticipare i saldi, che ormai sono stati programmati per i primi di gennaio. Con una misura di questo tipo le aziende avrebbero solo un anticipo di liquidità. Bisogna, inoltre, tenere presenti gli alti costi di gestione che abbiamo”.
Ma negli Usa i saldi iniziano a fine novembre e in Inghilterra prima di Natale. Perché lì è possibile. Solo una questione di norme?
“Hanno un sistema più elastico. Noi abbiamo prodotti migliori, ma una filiera rigida, nell’abbigliamento ad esempio compriamo la merce con 7 mesi di anticipo e una parte delle consegne viene fatta a novembre: non ci sono i tempi tecnici per scontare i prodotti.”
Secondo l’analisi di Confcommecio il vostro settore è fra i più colpiti dalla crisi, inoltre voi scontate già la concorrenza della Cina. Come si può superare questa fase?
“E’ fondamentale rimettere un po’ di risorse nei portafogli delle famiglie italiane. Tranne i prodotti di lussi, la crisi sta investendo tutto il settore, nei mesi di settembre e ottobre di quest’anno i ricavi sono diminuiti del 8%. Occorre, perciò, agire su due leve: i redditi e i sentiments, cioè l’aspettative in base alle quali le persone spendono”.
Sempre con riguardo alla tredicesime è possibile immaginare almeno degli sconti natalizi o delle vendite promozionali, su questo la Confesercenti ha fatto delle aperture.
“E’ vietato nei 40giorni prima dei saldi pubblicizzare vendite straordinarie. Ciò non toglie che all’interno qualche negozio applichi degli sconti alla propria clientela.
Non siamo contrari alla liberalizzazione dei saldi. Si potrebbe ad esempio fissare un'unica data a livello nazionale e non come avviene attualmente con date diverse da città a città, così si confondono i turisti, che spesso vengono nel nostro Paese proprio per la stagione dei saldi. Bisogna, però, ragionare, senza lasciarsi prendere dall’emotività legata alla crisi. Servono nuove norme che aiutino i consumatori e contemporaneamente facciano quadrare i bilanci delle imprese”.