Il Qatar si affida alla scuola italiana

Valter Di Salvo e Fernando Scarpello preparano i giovani per i Mondiali del 2022 aspire_academy_296

di Massimo Halasz

Il count down è iniziato. Il Qatar sta già lavorando in vista dei mondiali 2022 che, con una decisione davvero a sorpresa, la Fifa gli ha assegnato, battendo le candidature di Stati Uniti (favorita), Giappone, Australia e Corea del Sud. Il Qatar è una nazione grande poco più del Lazio e ha una popolazione di circa un milione e settecentomila abitanti, l’80%, dei quali sono forza lavoro di India, Pakistan, Filippine, Nepal e Sri Lanka.

E’ una monarchia assoluta: l’emiro è il capo del Governo che nomina i membri della shura, una sorta di consiglio dei Ministri. Non esistono partiti politici, tantomeno elezioni. La giustizia é amministrata secondo la legge islamica. La sua fortuna è rappresentata dagli smisurati giacimenti di petrolio e gas naturale. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla terribile aridità del suolo, dall’afa e dell’umidità. Ma la temperatura che,specie d’estate sfiora i 50 gradi, non sarà un problema, in quanto gli stadi, che a fine torneo saranno smontati e lasciati in eredità ai paesi più bisognosi, saranno climatizzati. La famiglia reale Al Thani ha puntato tantissimo sullo sport per far volare l’economia e questi mondiali rappresentano per loro uno straordinario successo di politica sportiva.

Il Qatar vuole essere riconosciuto e considerato e ha deciso di prendersi la visibilità con lo sport. Ha ospitato i mondiali Under 20 nel 1995, i Giochi Asiatici nel 2004, ha un torneo Atp di tennis dal 1990 e lo scorso anno ha organizzato il Masters femminile, figura nel calendario del motomondiale e nel 2021 farà le prove generali con la Confederation’s Cup. Il Qatar ha un budget illimitato, la parola d’ordine è spendere. Lo ha fatto per sedurre giocatori a fine carriera (Batistuta, Guardiola,oggi tra i testimonial insieme a Zidane e Desailly) o per adottare mezzofondisti africani e conquistare medaglie nelle grandi manifestazioni.

Dal punto di vista prettamente calcistico il Qatar non ha alcuna tradizione. La sua nazionale non si è mai qualificata per la fase finale dei mondiali; il risultato più significativo sono stati i quarti di finale della Coppa d’Asia 2000. L’unico suo giocatore a non essere del tutto sconosciuto è Montezine, brasiliano naturalizzato,vecchia conoscenza del calcio italiano per la sua militanza in Udinese, Napoli e Avellino. Il campionato (prima serie con 12 squadre e seconda serie con 10 squadre) è scadente, ma popolato da vecchie glorie del calcio europeo che vanno ad incassare una vagonata di soldi prima di ritirarsi.

Da qui al 2022, però, mancano 11 anni e, nel frattempo, il Qatar sta “lavorando” anche per presentarsi al mondiale con una nazionale competitiva. Nel 2004, infatti, è stata creata a Doha l’Academy Aspire che ha anche una sede a Dakar, in Senegal, dove vengono reclutati i migliori talenti del continente africano. In questo avveniristico complesso sportivo, dotato di ogni ben di Dio (in inverno spesso ospita i ritiri delle squadre: lo scorso anno venne scelto dal Manchester United, quest’ anno dal Bayern Monaco) e sotto la supervisione dei migliori specialisti mondiali, tra cui gli italiani Di Salvo e Scarpello, i ragazzi (dagli 8 anni) studiano, giocano e si spera diventino campioni. In pratica Aspire, che ospita anche alcuni ragazzi asiatici, dovrà essere il serbatoio della Nazionale.

Grande importanza ha ovviamente la sede senegalese, in quanto con la regola Fifa dai 23 anni ogni giocatore può cambiare la cittadinanza ed è notorio che il continente africano rappresenta una miniera inesauribile per lo sport, calcio e atletica in particolare. Nel frattempo i ragazzi hanno l’opportunità di cimentarsi nel corso dell’anno con le più importanti realtà mondiali che si fermano a Doha per una settimana, nel corso della quale giocano due amichevoli. Di recente è stata ospite la Juventus, lo scorso anno la Sampdoria. Naturalmente Aspire partecipa ai vari tornei mondiali: lo scorso anno la squadra 1996 di Dakar vinse a Barcellona la Nike Cup, mentre la squadra 1995 vinse, sotto età, a Frosinone la Ciociaria Cup, un autentico mondiale per Allievi.

L’Aspire Academy di Doha è senza alcun dubbio una delle migliori accademie di sport del mondo. Sorta nel settembre del 2004 questa avveniristica città dello sport può contare su ben 7 campi di calcio all’aperto, 1 al chiuso, pista di atletica indoor, parquet polivalenti ed una struttura da ginnastica, dove sovente si allenano anche i portieri del calcio. La nuova frontiera del calcio sta marciando a grandi passi verso il mondiale 2022, il primo in terra araba, ed il Qatar non vuol farsi trovare certamente impreparato.

Alla guida di questo “colosso” è l’irlandese Michael Browne, già direttore in Inghilterra del settore giovanile del Charlton Athletic dal 1988 al 2004. “Io sono il capo allenatore dell’area calcistica e sono qua dall’inizio-spiega-. L’Aspire è stata creata nel tentativo di migliorare la qualità dei giocatori con la prospettiva di entrare nella nazionale maggiore del Qatar. In pratica il nostro obiettivo è preparare giocatori per la nazionale”.

Come è sviluppata la vostra attività?
“Partiamo dagli under 7 e under 8 che operano nei centri in varie località del Qatar. Poi abbiamo under 9, under 10, under 11 e under 12 che si allenano cinque volte a settimana in Aspire. Ogni gruppo è composto da una trentina di unità. Dagli under 13 agli under 18 (ogni gruppo è composto da 18 ragazzi che vanno a scuola nella stessa struttura) gli allenamenti si svolgono tre volte la mattina e cinque pomeriggi a settimana. A 18 anni, dopo essersi diplomati, escono da Aspire ed i più bravi vanno a giocare nelle squadre professionistiche del Qatar. Queste categorie partecipano a delle competizioni nazionali e sovente si cimentano con le più forti squadre mondiali. Circa il 93% dei nostri giocatori hanno il diritto per nascita di vestire la maglia del Qatar. Abbiamo inoltre un piccolo numero di ragazzi che giocano con altre nazionali ed il loro apporto è molto utile per alzare il livello d’allenamento quotidiano”.

Quante persone compongono lo staff?
“Aspire ha uno staff molto numeroso, composto da circa 50 unità, provenienti da differenti nazioni”.

Tra le figure di spicco vi sono anche due italiani: il romano Valter Di Salvo, direttore del dipartimento performance football (al centro nella foto accanto), ed il palermitano Ferdinando Scarpello, responsabile dell’area tecnica dei portieri e dei preparatori dei portieri. La little Italy di Doha ci aiuta a comprendere meglio questo fenomeno.

”Sono qui da un anno - dice Di Salvo, ex preparatore atletico di Lazio, Real Madrid, Manchester United - e per me è stata una scelta di vita. Avevo molte offerte, ma ho preferito scegliere una nazione emergente e puntare su strutture che sono impensabili da altre parti. Questo mi ha permesso di ampliare le conoscenze, confrontarmi su altre questioni. Il Qatar sta investendo su tre aree: sport, cultura ed educazione. L’accademia ha relazioni con paesi africani e asiatici. I giovani migliori vengono a Doha e dopo 5 anni di soggiorno possono essere naturalizzati ed entrare così a far parte della nazionale. Io penso che il mondiale 2022 sia molto importante, in quanto darà la spinta propulsiva per la crescita calcistica del Qatar”.

“Sono in Qatar dal 2006 - dice Ferdinando Scarpello, un passato nel comitato siciliano e nel semiprofessionismo-. Mi occupo dell’organizzazione tecnica dei portieri e coordino tutti gli allenatori, dando loro degli obiettivi in base alle fasce di età. Comincio a lavorare part time sui ragazzini di 8-9 anni, poi a 12 anni, quando diventano effettivi, il lavoro diventa full time. Il nostro è un lavoro d’equipe. Il pregio di questi ragazzi? La grande voglia di lavorare, la passione. Il difetto? Poca tecnica, anche perché non hanno una scuola di base, come invece esiste nella maggior parte dei casi nei club europei. Il calcio in Qatar è molto seguito: è in pratica lo sport nazionale. Molto seguiti sono i campionati italiani, inglesi e spagnoli”.