La Moda a Milano


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Femme fatale o donna sportiva, purché chic

A ciascuna il suo

di Rita Piccolini

E’ davvero difficile orientarsi tra tante proposte! Sono tanti i modelli presentati e altrettanti i tipi di femminilità a cui ispirarsi. C’è la donna fatale e supersexy di Donatella Versace, che indossa sempre qualcosa di prezioso o di dorato, anche nei cappotti la cui foggia militare suggerirebbe austerità, impreziositi da bottoni o fibbie dorate. C’è la donna pratica e moderna di Les Copains, che trasforma la maglia in haute couture, che intreccia i fili fino a creare un effetto pelliccia e che illumina di lamè gli abiti da sera. La donna “guerriero” di Etro. C’è poi la donna di Gianfranco Ferrè, estremamente femminile e disarmante nella sua semplicità: una blusa aderente ma morbida, su una gonna stretta nera la ginocchio, un leggero effetto lucido a impreziosirla.

Ma è meglio andare con ordine.
Versace. Abiti e cappotti da vera vamp. E pensare che la stilista ha dichiarato di ispirarsi alle donne che scendono in piazza per rivendicare i loro diritti e il rispetto della loro persona! La donna di Donatella Versace è una vera “femme fatale”, il suo look forse è poco adatto ai cortei, ma le donne apprezzeranno sicuramente l’intenzione e poi perché no, essere coscienti delle propri diritti e delle proprie potenzialità non significa vestirsi necessariamente da “suffragette”.

Ma torniamo alle proposte. Tutto è reso prezioso da particolari sofisticati. E’ un modo che ha scelto la stilista per rendere omaggio allo scomparso fratello Gianni, che amava collezionare oggetti preziosi. E in questa sfilata tutto è luccicante. Gli abiti corti e colorati, viola, gialli, verdi, hanno colli di pelliccia in tinta sulle spalle nude. Le gonne corte o lunghe da sera sono arricchite da un’infinità di piume e piumette. Abiti da diva insomma, che vedremo certamente tra due giorni, alla notte degli Oscar.

Tessuti fantasia da Etro, con begli abiti lucidi e colorati ma semplici, lunghezza al ginocchio e aderenze moderate. Qualche concessione all’etnico: gilet a righe colorate su severi pantaloni grigi e larghi.

Poi Les Copains, che torna al primo amore, la maglia proposta in molteplici lavorazioni. Alcuni giubbotti sembrano di pelliccia anziché di lana. Bellissimi i cappotti in maglia dai colori caldi e vivaci con sciarpa avvolgente in tinta, lavorati a grana di riso. Solo a guardarli danno una piacevole sensazione di calore e comfort. E la maglia viene utilizzata anche per gli abiti da sera, in nero assoluto con decori di pietre argentate. A sfilare, come lo scorso anno, Belen Rodriguez, reduce dal successo di Sanremo. Sfila con un semplice abito di maglia beige, molto aderente, ma non provocante. Le forme della giovane argentina sicuramente lo valorizzano al massimo.

Della bella semplicità della collezione di Ferrè già si è detto. La donna proposta in questa sfilata è una signora sicura del proprio charme. Indossa tubini neri lineari e sofisticati, cappotti bianchi con linee geometriche rigorose, per la sera abiti bianchi con qualche concessione all’argento.

Una considerazione a margine
Che delusione la notizia su John Galliano, lo stilista di Christian Dior, che ubriaco al caffè ”La Perle”, nel quartiere parigino del Marais, per altro sede di una delle più importanti comunità ebraiche della capitale francese, ha inveito contro una coppia pronunciando frasi razziste e antisemite. Lo stilista è stato sospeso dalla storica maison, simbolo di raffinatezza ed eleganza. L’uomo si è difeso dicendo che era ubriaco, ma è tutt’altro che una giustificazione. Ricordate? “In vino veritas”… Se si è razzisti da ubriachi probabilmente lo si nasconde con ipocrisia da sobri, altrimenti certi epiteti e certe frasi ingiuriose non verrebbero fuori. Peccato. Al momento è persino in forse la sfilata della prossima settimana per la “fashion week” parigina. La maison giustamente non tollera atteggiamenti antisemiti. Come che vada a finire l’immagine di Galliano ne esce malissimo, perché viene spontaneo pensare che i maestri dello stile e del buon gusto lo siano soprattutto nella vita privata. Come si può essere maitre di eleganza e raffinatezza, quando poi ci si esibisce in tali “bravate”?