''Vivere in città aumenta il rischio di ammalarsi di schizofrenia del 30%''. A dirlo è Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze all'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. E proprio dal capoluogo lombardo, città in cui il tasso di psicosi tra i cittadini è tra i più elevati (ma solo metà dei pazienti è curato), è partita oggi la prima tappa del progetto 'In viaggio: al centro della mente', che vuole sensibilizzare ai problemi psichici.
''La letteratura scientifica - spiega Mencacci - rileva un incremento della prevalenza dei disturbi psichici nelle aree metropolitane. Nascere e vivere in città aumenta, infatti, il rischio di ammalarsi di schizofrenia. Non è un caso che questo progetto di sensibilizzazione parta da Milano, metropoli in cui su oltre 1,3 milioni di abitanti si stima una prevalenza di psicosi del 2-2,5%. Parliamo quindi di 26-30 mila casi dei quali, però, solo 11 mila sono trattati. Un gap che è importante colmare''.
Le cause di questo divario nelle cure, spiegano gli esperti, sono diverse: ad esempio c'è la difficoltà dei medici non specialisti a riconoscere il problema agli esordi, ma anche la carenza di risorse economiche e di personale, così come lo stigma che colpisce chi soffre di una malattia mentale.
''Ma a differenza di quanto radicato nell'opinione pubblica - conclude Mencacci - le patologie psichiche non sono inguaribili, anzi possono essere curate con un'alta percentuale di successo. E', infine, noto che più precoci sono gli interventi nelle primissime fasi della malattia, migliori sono i risultati a breve e a lungo termine''.