>La fotogallery
di Rita Piccolini
L’ideale passaggio di consegne tra una collezione e l’altra avviene tra Londra e Milano. L’appuntamento è considerato uno dei più importanti al mondo, sia per il numero di proposte: sono oltre cento le collezioni che vengono presentate nelle sfilate ufficiali, nelle presentazioni, e negli eventi su appuntamento; sia per la partecipazione e l’interesse che suscita: altissimo il numero di giornalisti e addetti a lavori accreditati; sia per il numero di compratori presenti in città.
Le premesse per un successo ci sono tutte e anche i segnali positivi arrivati dal Salone dei tessuti, Milano Unica, che si è svolto la scorsa settimana è che ha registrato una crescita di “buyer” americani e una vera esplosione di presenze cinesi e brasiliane. Torna il bel tempo nel mondo della moda. Si respira aria di primavera e molti tirano un gran sospiro di sollievo. I dati Istat sull’andamento della bilancia commerciale italiana nel 2010, nel calo generale dei settori, hanno registrato l’andamento positivo del “made in Italy”, dall’abbigliamento alla pelletteria, con il suo saldo di 11,7 miliardi di euro. Il fatturato di 48,4 miliardi rende quello della moda un settore strategico per la nostra economia. L’obiettivo è tornare ora ai livelli pre - crisi, quelli precedenti al 2008, per far crescere ulteriormente le esportazioni e il numero dei lavoratori del settore.
Ottimismo dunque a aria leggera di primavera, anche se è di autunno e inverno che si torna a parlare, perché le proposte sono relative alla prossima stagione autunnale e invernale. Quindi per una settimana si smetta di rimanere incantate davanti alle prime vetrine che espongono impalpabili abiti primaverili dai colori tenui, ma ci si concentri ancora su cappotti, pellicce, stivali, sciarpe e quant’altro.
Si comincia con Angelo Marani, e poi Frani, Barocco, Gucci, Alberta Ferretti. Richmond , Frani, N° 21, Scognamiglio, Jo No Fui. E questo solo per la prima giornata. L’elenco è davvero lunghissimo.
Si diceva Marani. Si entra nel vivo. L’oro con il nero, il beige con il nero, il cammello con il nero. Pantaloni attillati e ricami, gonne lunghe fluttuanti, abiti lunghi e attillati, cappotti alla caviglia, lunghissimi montoni, intarsi di pelliccia, cappelli a falde larghe, in una parola gli anni Settanta. Tanto nero anche per Paola Frani, dal total black, al nero accoppiato con il panna, il beige, il mattone, il rosso. Si continua a respirare sempre l’aria degli anni Settanta, ma la donna che viene proposta è più signora bon ton che ragazza trasgressiva, specialmente se indossa la mantella grigia bordata di pelliccia.Già, la pelliccia. E’ un trionfo, torna alla grande con buona pace delle coscienze animaliste, dalle cosiddette ecologiche a quelle autentiche. Gucci le propone colorate. Sulle spalle delle modelle stole importanti, avvolgenti, da diva. I colori sono luminosi, dal lilla, al rosa, all’azzurro tendente al turchese, persino il rosso. Gli abiti da sera hanno spacchi vertiginosi e le gambe nude sono in bella vista. Per il giorno anche pantaloni gessati e giacche grigie attillate, ma il tocco di femminilità lo dà ancora una volta il colore: il cappello di foggia maschile è rosa e il gioco è fatto. Ma è solo l’inizio!
Fuori dal contesto delle sfilate ufficiali viene presentata anche la collezione di Elena Mirò, la stilista che pensa alle donne “normali”, con le curve.
Qui si respira aria di anni Cinquanta (come poteva essere diversamente?), e le icone proposte sono quelle delle cosiddette maggiorate che in quegli anni resero grande il cinema. Le linee sono morbide, le gonne al polpaccio, i tailleur a dire il vero un un po’ malinconici con le giacche lunghe e non troppo avvitate. Tutte le modelle hanno un baschetto in testa che conferisce loro una certa aria parigina che alleggerisce una collezione un po’ seriosa.