La crisi libica infiamma i mercati petroliferi. Il Brent sale a 108 dollari al barile, ai massimi da settembre 2008 e, se la situazione non dovesse stabilizzarsi in fretta, potrebbe mettere le ali e volare a livelli rischiosi per la ripresa economica mondiale che, come ha appena affermato il G20, procede, ma in maniera "disomogenea".
La Libia è un Paese centrale dal punto di vista energetico, sia per il petrolio che per il gas. Si tratta infatti del quarto produttore africano di greggio, dietro Nigeria, Algeria e Angola, con una produzione di 1,8 milioni di barili al giorno, e sta acquisendo posizioni anche sul metano, con riserve accertate stimate dall'Opec in 1.540 miliardi di metri cubi ed esportazioni per oltre 10 miliardi di metri cubi l'anno.
In caso di arresto o riduzione della produzione, quindi, il mercato mondiale, in particolare quello europeo, si troverebbe privo di importanti quantità di idrocarburi.