Sparatoria a Malpensa


Stampa

Auto sfonda vetrata, agente apre fuoco

Voli ripresi dopo una breve sospensione malpensa_suv_296

Il tunisino e la moglie "hanno pronunciato in arabo e in italiano frasi sconnesse e al momento non hanno voluto fornire spiegazioni sul loro gesto": è quanto hanno affermato il dirigente della Polaria Giovanni Pepe e il questore di Varese, Marcello Cardona, in merito a quanto accaduto questa mattina  all'aeroporto di Malpensa (Varese).

L'uomo, residente con la famiglia a Ceriano Laghetto (Monza), ha cercato di sfondare con un Suv che risulta rubato questa mattina a Cerro Maggiore (Milano) la porta 14 delle partenze al secondo piano dello scalo, rimanendo incastrato tra gli spessi vetri antintrusione. Poi ha lasciato in auto la moglie italiana e i loro tre figlioletti, due maschi e una femmina, ed è entrato nell'atrio dove ci sono i gate, armato di coltello creando il panico tra i passeggeri ed è quindi stato affrontato da un agente della Polaria che, minacciato, gli ha esploso contro un colpo di pistola che lo ha colpito a un piede.

Nel violento impatto del Suv contro la vetrata nessuno è rimasto ferito. Si tratta di un "soggetto 'particolare'", ha proseguito il questore di Varese, che però non ha voluto rispondere alle domande dei cronisti.

Al momento, oltre ai vertici delle forze dell'ordine di Varese, sul posto è intervenuto anche il sostituto procuratore di Busto Arsizio, Roberto Pirro, che ha concluso in tarda mattinata un sopralluogo dov'è avvenuto il fatto. Sempre secondo quanto hanno riferito il presidente della Sea Giuseppe Bonomi, il questore di Varese e il dirigente della Polaria, i fatti si sono svolti in pochissimi minuti e l'intero sistema di sicurezza dell'aeroporto ha funzionato al meglio.