“La gara è un compromesso che dobbiamo accettare per una vetrina importante come quella del Festival. Noi non ci sentiamo in gara. Le canzoni regalano emozioni e non sono in competizione”.
La serata di ieri, Luca. Cosa hai provato come l’hai vissuta?
E’ stata una sfida, dal punto di vista musicale ed interpretativo, quella di trasformare una canzone antica, del 1848 (“Addio mia bella addio”, ndr), di solito suonata come una marcia militare, in una “ballad”, eseguita con una grande orchestra. E’ stato toccante, emozionante. Anche per l’aggiunta della voce femminile di Raquel, considerato che il protagonista del brano è un uomo, un volontario che parte per la guerra.
La sfida continua con il duetto.
Stasera viene a trovarmi Neri Marcorè, compagno di viaggio nello spettacolo che portiamo in scena “Attenti a quei due”, per prendermi in giro, fa il guastafeste come al solito . Invece nell’album, doppio, appena uscito, “Barbarossa Social Club”, ci sono anche Roy Paci, Fiorella Mannoia, Max Gazzè. E Raquel Del Rosario, ovviamente.
“Radio 2 Social Club“, è il programma di RadioRai, in onda il sabato e la domenica alle 11. In una puntata, alcune tue cantanti italiane ospiti si sono lamentate per il fatto che hai portato con te una singer spagnola. Perché questa scelta?
E’ nata casualmente, perché Raquel stava curando l’adattamento in spagnolo del mio testo, che consideravo adatto al mercato della Spagna. Ascoltando la canzone mi ha detto che le avrebbe fatto molto piacere cantarla in italiano. E comunque, quando stavamo facendo questo lavoro a tutto stavamo pensando, meno che a Sanremo. E’ stato poi Gianni Morandi che ha sentito il pezzo e ci ha detto “voi dovete venire assolutamente al Festival. Le vostre voci insieme stanno benissimo”. Insomma, è nato tutto per caso.
Qual è la storia di Raquel? In Italia non è molto conosciuta.
No, non è affatto conosciuta.
Allora, ce la vuoi presentare? Che preparazione ha? Che tipo di impatto ha o può avere sul pubblico internazionale?
Raquel è la leader di un trio, El sueno de Morfeo, che ha all’attivo tre album e altrettanti tre posti in classifica. Il suo è il gruppo del momento in Spagna. Fanno pop-rock, con influenze celtiche, che risiedono nel principato delle Asturie, dove appunto si sente ancora la cultura dei Celti. E’ una voce incantevole, molto mediterranea e vuole cominciare a lavorare, a farsi sentire, anche in Italia. Io sto offrendo a lei questa opportunità, come lei offrirà a me questa possibilità di far conoscere le mie canzoni in Spagna.
La gara finora ti ha soddisfatto, oppure per te c’è qualcosa che non va?
La gara per noi è il compromesso che si accetta per una vetrina così importante. Noi ovviamente non ci sentiamo in gara. Le canzoni regalano emozioni alle persone e non possono essere in gara. Finora mi è andata benissimo. Abbiamo superato due turni, siamo nella semifinale di Champions League.
Non proprio come la Roma.
No, io sto messo meglio della Roma, in questo momento.
Il brano di Vecchioni ti piace?
Per quanto l’ho sentito, sì. Purtroppo noi le canzoni le sentiamo a metà, un pezzetto, poi ci chiamano, dobbiamo andarci a preparare. E’ un brano molto sentito, emozionante. Ho avuto questa sensazione, pur non avendo mai avuto la possibilità di ascoltarlo per intero.
Grazie, in bocca al lupo.
Grazie a voi.
(E. G.)