di Juana San EmeterioIL GRINTA
di Ethan e Joel Coen, Usa 2010, (Universal Pictures)
Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper, Dakin Matthews, Jarlath Conroy, Paul Rae, Domhnall Gleeson; Leon Russom.
Non pensate a un remake del film del 1969 con John Wayne, “Il grinta” dei fratelli Coen si rifà al libro originale di Charles Portis: la storia di un viaggio e di una vendetta in una "realtà ancora profondamente radicata nell’anima puritana e di frontiera dell’America".
La storia è ambientata nel 1870, dopo la guerra civile, in un periodo dove le leggi sono poche ma chiare e per farle rispettare vige la regola del più forte. Il film racconta di una caparbia quattordicenne (Hailee Steinfeld) che vuole vendicare il padre, assassinato da un uomo, Tom Chaney ((Josh Brolin), che aveva aiutato. La giovane riesce a convincere, dietro lauto compenso, un vecchio pistolero, semialcolizzato e cieco di un occhio: Rooster Cogburn detto il Grinta (Jeff Bridges). L'uomo si incarica, malvolentieri, di aiutarla e proteggerla. Cogburn è un duro con battute taglienti, che sa sparare: uno sceriffo sanguinario ma "giusto". Il loro diventa un viaggio in territori selvaggi, ricco di ostacoli e di incontri brutti o belli come quello con La Boeuf (Matt Damon) Texas Ranger un po' ottuso e ciarliero che si unisce a loro alla caccia dell’assassino.
In questo western bellissimo, dove gli uomini con la pistola parlano biascicato, anche per effetto dell'alcool, la grinta sembra averla soprattutto quella ragazzina animata da coraggio e giustizialismo. Una Mattie Ross interpretata da una straordinaria Hailee Steinfeld, una piccola saccente, furba e vendicativa che si ritrova, tutta sola, in mezzo a tanti maschi, riuscendo ad adeguarsi perfino in uno scenario di violenza. Jeff Bridges è perfetto e credibile nel ruolo di un uomo intrattabile, duro e brutale, che dorme dove capita e afferma con forza il suo essere un cacciatore di banditi. Bravissimo anche Matt Damon, faccia pulita e un po’ ingenua del boy scout. Ed è nel rapporto tra i tre che il film diventa straordinario sempre in bilico tra legalità e anarchia attraverso i leggendari sentieri selvaggi. Un western bello e moderno con una regia sempre magistrale e una sceneggiatura perfetta ricca anche di quell’ironia tipica del cinema dei fratelli Coen. Tante le candidature all’Oscar per questo film che dopo il pluripremiato “Non è un paese per vecchi” racconta di un’altra caccia al male. Questa volta però il cattivo diventa preda perché, come nella citazione iniziale della pellicola, tratta dal “Libro dei proverbi”: “L'empio fugge anche quando nessuno l'insegue”.