Le coreografie di Ezralow questa sera si scatenano attorno alla bandiera italiana, con i ballerini vestiti di verde, bianco e rosso che srotolano un enorme drappo con i colori nazionali. C’è poco tempo, la serata è lunga senza troppi convenevoli Gianni invita sul palco Eli e Belen, che improvvisano un casquet (che trovate questi autori!) e Luca e Paolo.
Questa sera i 14 Artisti interpreteranno 14 grandi successi della storia della musica italiana (vedi box) e naturalmente l’attesa è tutta per l’intervento di Roberto Benigni, che dovrebbe arrivare dopo le 22. Una gara nella gara, perché verrà anche scelta la canzone vincitrice, una canzone – più che un’interpretazione – che possa avere un rilievo internazionale. Morandi canterà “Rinascimento”, un bravo inedito di Gianni Bella (colpito da un ictus un anno fa) con parole di Mogol: “Visto che lui non può esserci – dice il conduttore del Festival – gli presterò la mia voce”. E aggiunge: “Sarà una serata meravigliosa, ricorderemo i 150 anni dell’Unità d’Italia, poi arriverà Benigni, con cui abbiamo parlato ieri per due ore. Lui si rende conto di cos’è la serata, vuole festeggiare anche lui l’Italia. Parlando dell’esegesi dell’Inno di Mameli mi ha detto di aver lavorato molto sulle parole ‘stringiamci a coorte’”. Per il direttore artistico Mazzi “come abbiamo detto al Presidente Napolitano, sarà una serata semplice e affettuosa”. Ma anche se nessuno si sbottona, più che semplice pare che l’entrata di Benigni sarà spettacolare, “una cosa buona per gli italiani”, aggiunge a denti stretti Mazzi.
Stasera ci sono anche gli altri 4 giovani in gara: Roberto Amadè, Btwins, Marco Menichini e Micaela.
Luca e Paolo, a proposito del loro intervento (Mazza ha detto che ha preferito quello della prima serata) spiegano che “non era una parificazione con la sera prima. Il pezzo di ieri era forse più antiberlusconiano di quello che avevamo fatto la prima sera. Chi ha parlato di par condicio non ha capito niente”. Qualcuno chiede se per completezza ora si occuperanno anche della Lega: “La Lega si occupa da sola di se stessa”, rispondono sorridendo. Confermano che faranno un omaggio affettuoso a Giorgio Gaber, ma poi aggiungono: “Fare i comici dopo Roberto Benigni è come fare un porno dopo Rocco Siffredi”.
Elisabetta e Belen sembrano più serene. Gianni sottolinea per l’ennesima volta che sono una squadra, che non ci sono vallette e che ognuno è valletto dell’altro. Sfiorando l’attualità, mentre Eli dice di essere fiera di essere italiana, Belen racconta: “Vengo dall’Argentina e abbiamo sempre visto gli italiani come uno dei popoli più eleganti del mondo. E ora è brutto vedere l’Italia divisa a metà. Sicuramente un mio desiderio è che presto si possa vedere un’Italia unita, un'altra volta, che ci sia un solo re e non due, e stare tutti insieme, tutto il popolo sotto lo stesso ombrello di valori”. Poi si torna alla musica, e scopriamo che la canzone italiana preferita di Eli è “La donna cannone” di Francesco De Gregori, mentre quella di Belen, che la intona e pure bene, è “Malafemmena” di Totò.
Ci ripetiamo, ma scientemente: su tutti e su tutto continua a svettare l’umiltà e la professionalità di Gianni Morandi, un vero signore, che tra l’altro conosce a memoria e sarebbe in grado di interpretare (in qualche caso meglio dell’originale, secondo noi) tutte le canzoni del Festival, giovani compresi.