di V. R.
Per misurare la salute della Terra e i consumi umani, il Living Planet Report utilizza due mezzi: l'indice del pianeta vivente, che indaga lo stato degli ecosistemi, e l'impronta ecologica, che studia la domanda dell'uomo sulle risorse dell'ambiente.
Il primo indice mostra come negli ultimi 35 anni si sia perso quasi il 30% della biodiversità, soprattutto nelle zone tropicali. Lo studio attesta la forte pressione umana sulle specie selvatiche e sugli habitat naturali.
La perdita di biodiversità contribuisce all'insicurezza alimentare ed energetica e riduce la disponibilità di risorse.
Le minacce agli ecosistemi naturali sono comprese in cinque categorie. Perdita, frammentazione o trasformazione di habitat a causa dell'agricoltura.
Sovrasfruttamento delle specie: caccia, pesca, raccolta di piante e abbattimento di alberi.
Inquinamento: fertilizzanti, pesticidi, rifiuti industriali e minerari.
Diffusione di specie e geni invasivi che diventano competitori e danneggiano le specie autoctone.
Cambiamenti climatici provocati dalle emissioni di gas a effetto serra.
All'origine c'è la crescente richiesta umana di cibo, acqua, energia e materiali.
(Per approfondire vedi il sito wwf.it)