Paesi Arabi in rivolta


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La protesta irrompe in Libia

Duri scontri dopo l'arresto di un oppositore. E domani è il 'giorno della rabbia' v

Scontri fra manifestanti infuriati per l'arresto di un attivista dei diritti umani da una parte, polizia e sostenitori del governo dall'altro sono scoppiati la scorsa notte in Libia, nella città di Bengasi. Lo dicono testimoni e media locali. In tutto il Paese, dicono i media ufficiali, si tengono manifestazioni a sostegno del governo del leader Muhammar Gheddafi.

Fonti concordanti affermano che la polizia ha disperso con la forza una manifestazione sit-in a Bengasi di familiari di detenuti uccisi in una sparatoria nel 1996 nel carcere di Abu Slim, a Tripoli, che si sono radunati per chiedere il rilascio del loro coordinatore, l'avvocato Fethi Tarbel, che era stato arrestato per motivi che non si conoscono. L'avv. Tarbel sarebbe stato rilasciato su pressione dei familiari delle vittime, secondo quanto scrive il sito del giornale Qurina, vicino al figlio del leader Gheddafi Seif Al-Islam. Ma la folla dei familiari non ha lasciato la piazza ed é stata raggiunta da altra gente, spingendo la polizia ad intervenire. Subito dopo l'intervento della polizia, alcune centinaia di sostenitori del governo hanno sfilato a Bengasi, come è accaduto anche in altre città libiche.

MANIFESTAZIONE PRO-GHEDDAFI A TRIPOLI - Alcune centinaia di manifestanti a favore del leader libico, Muammar Gheddafi, sono radunate nella centrale Piazza Verde, a Tripoli. Fra i manifestanti, che sventolano bandiere verdi, vi sono numerose donne con bambini. Lo ha constatato l'ANSA. I media hanno inoltre annunciato per domani una grande manifestazione nazionale a favore del governo e in solidarieta' dei popoli arabi.

GOVERNO RILASCERA' 110 ATTIVISTI GRUPPO ISLAMICO - Il governo libico rilascerà 110 detenuti membri di un gruppo islamico fuorilegge, il Gruppo combattente islamico libico, secondo quanto rivela un'associazione per i diritti umani. Si tratta degli ultimi membri del gruppo, che lo scorso anno abiurò la violenza, a trovarsi ancora in carcere, ha detto Mohamed Ternish, presidente dell'Associazione libico per i diritti umani.