Atlante delle crisi


Stampa

Sos del turismo nordafricano

Il perdurare di un’instabilità tale da indurre gli stranieri a disertare Egitto e Tunisia rischia di scardinare l’apparato produttivo di Egitto e Tunisia n

Sia in Egitto che in Tunisia fornisce il 12% del Pil e dà lavoro all’11% circa dei cittadini: il turismo è una voce fondamentale nell’economia dei due Paesi nordafricani, che in queste settimane lottano nelle piazze per la democrazia.

Il perdurare di un’instabilità tale da indurre gli stranieri a disertare i due Paesi rischia di scardinare un apparato produttivo che ha uno dei suoi cardini proprio nelle entrate turistiche. Le rivolte fanno perdere milioni di dollari ogni giorno. La situazione più grave è in Egitto, dove il turismo non conosce basse stagioni anche grazie al clima.

L’Egitto riceve ogni anno 13 milioni di visitatori (tra cui 1,8 milioni di russi). Con 7 miliardi di dollari annui, il turismo rappresenta la prima fonte di entrate estere. Le tradizionali mete culturali (Il Cairo, Luxor, Assuan, Abu Simbel con le relative crociere sul Nilo) sono state superate da ormai un decennio da quelle balneari. Da quando, a metà degli anni ’80, le autorità puntarono sulle spiagge e le barriere coralline che lo circondano, l’ex porto militare di Sharm el Sheikh divenne il centro del turismo mediorientale, con quasi 4 milioni di presenze annue. I piani del governo puntano a potenziare ulteriormente l’area del Mar Rosso. I progetti da qui al 2017 prevedono un aumento del 41% delle strutture turistiche, del 14% delle abitazioni, del 12% delle strade e del 12% degli spazi verdi. Sono di dati impressionanti, se si considera che l’unica fonte idrica di rilievo è il Nilo, distante centinaia di km. Anche il sacro fiume, culla della civiltà faraonica, è tornato in auge negli ultimi anni, dopo un lungo stallo successivo all’attacco terroristiche che nel 1997 a Luxor uccise 59 stranieri.

Oltre 7 milioni di persone (di cui 1,8 milioni di libici) hanno visitato nel 2008 la Tunisia, con in testa le spiagge di Djerba, Sousse e Nabeul-Hammamet. Il regime di Ben Ali ha cercato di differenziare l’offerta, puntando su deserto e talassoterapia, ma potenziando comunque quello balneare. Entro il 2015, apriranno diverse stazioni di soggiorno lungo la costa, per 200.000 nuovi posti letto. L’innalzamento del target si è tradotto poi in una riqualificazione alberghiera, che ha portato oggi i 4 e 5 stelle ad essere ormai un terzo delle strutture del Paese.