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Lo 'Spirito libero' di Giorgia

A colloquio con la cantante all'uscita del suo triplo CD antologico giorgia_intervista_296

di Maria Elisa Buccella

Un’attività a dir poco frenetica quella di Giorgia che, assecondando la sua curiosità e la capacità di confrontarsi con altri mezzi espressivi, realizza colonne sonore per film, produce se stessa ma aiuta anche artisti emergenti, fa felicissime incursioni in radio (il suo “Radiodueonmymind” nelle due diverse edizioni, di giorno e serale, ha avuto un grande seguito) dimostrando che ha tanto da dire, da raccontare, e non solo con la musica e lo fa sempre con il solito garbo, con quel sorriso carico di irresistibile vitalità.

In sedici anni di carriera Giorgia – già dal ’94 al Festival di Sanremo con “E poi” si fa subito amare dal grande pubblico e dalla critica che la proiettano ai vertici della nostra canzone - realizza 15 album e altri 7 destinati esclusivamente al mercato estero; pubblica moltissimi singoli; si impegna in centinaia di concerti ; viene chiamata a collaborare con musicisti del calibro di Luciano Pavarotti, Ray Charles, Andrea Bocelli, Herbie Hancock –che dice di lei: “Non ha paura di rischiare, quando canta ha una luce dentro”-; colleziona 16 premi e mette a segno oltre 90 duetti, di cui 65 dal vivo.

Insomma, una montagna di lavoro che oggi la porta a pubblicare un cofanetto con ben tre CD che, attraverso 44 brani, ripercorrono la sua intera carriera. Ma nel cofanetto ci sono anche 4 inediti e un DVD in cui si compone una vera e propria Giorgia’s Video Story.

E allora c’è una domanda che non si può non fare: fai un sacco di cose, ma non sei stanca?
"Ti ringrazio per avermi chiesto questo, perché io passo per essere una pigra, per una che dice sempre di no. Ma mia madre è convinta che io viva una eterna vacanza! Ci pensavo proprio ultimamente, ripercorrendo gli ultimi anni, per fare questo cofanetto, questo discone. Mi sono resa conto che ho fatto tante cose, ci sono stati tanti incontri, tanti momenti diversi. Ma devo dire che la prima cosa che dico al mattino è: non ce la faccio! Sì, sono stanca sempre, ho la pressione bassa…"

Tu hai fatto il primo disco a otto anni, un 45 giri: “Chiamatemi Andrea”
"E’ un’esperienza che mi ha segnato per tutta la vita. Fu il primo impegno, ma mi ribellai. Mi facevano fare la promozione nelle tv private, anche l’Unicef si interessò al quel progetto perché parlava di bambini. Quando ho visto che dovevo lavorare ho cominciato ad avere crisi di pianto. Ripensandoci oggi, sapendo come si fanno le cose, devo dire che tutto era organizzato a regola d’arte. Ero all’epoca molto timida e trovarmi in teatri come quello di Taormina, davanti a tanta gente, fu un’esperienza dirompente. Non ce la facevo. Ma i miei genitori capirono che non era il caso e la cosa finì. Non ne abbiamo più parlato".

Hai fatto moltissimi dischi, un numero sconfinato di concerti, ma da grande che vuoi fare?
"Ma lo sai che non lo so. In questo momento della mia vita me lo chiedo proprio. E’ come se fossi a un giro, una parte della vita è andata. E non riesco a capire. Non lo so. Sono tempi strani. Siamo tutti proiettati nel fare, nel produrre. E poi la crisi, c’è la paura di perdere ciò che si è guadagnato. Credo che nella vita arrivi un momento in cui è necessario allargare lo sguardo e vedere dove andiamo tutti… Certo mi piacerebbe continuare a fare musica che, credo, sia una cosa forte dentro di me anche perché se sono riuscita a superare quell’esperienza lì… (il 45 giri a otto anni ndr.)"

La ragione di questo antologico?
"E’ nato tutto da una proposta dei miei discografici. Ho subito reagito in chiusura, ho detto di no. Poi mi hanno dato il titolo a cui avevano pensato, “Spirito libero”, e lì mi hanno fregato perché mi sono sentita capita e così mi sono tuffata in questa esperienza. Alla fine posso dire che è stato molto utile anche dal punto di vista terapeutico, ho fatto un po’ di auto-psicoterapia nell’andare indietro nel tempo. Vorrei che al pubblico di questo lavoro arrivasse la sincerità e l’amore che ci sono dentro e che non sono solo miei, ma anche di tutti quelli che hanno collaborato, dagli ospiti ai fonici, dai produttori ai musicisti. Lavorando a questo progetto ho ricevuto moltissimo. Facendo il punto della situazione, ti rendi conto che alcune cose le hai perse ma altre le hai guadagnate, in particolare nei rapporti umani che è quel conta di più. Soldi e successo vanno e vengono..."

Cosa hai trovato, cosa ti è piaciuto di più in questo viaggio a ritroso?
"La stessa passione di quando avevo venti anni. Poi la mia voce, mi ha impressionato: in certi momenti non mi sono riconosciuta, nelle primissime cose sembro un’altra persona".

Hai anche capito il perché un tempo ti hanno detto che “cantavi troppo”?
"
E’ vero. Sì, ero più presa dalla tecnica. Si criticava la mia sicurezza che diventava una certa freddezza e mi arrabbiavo tantissimo perché io avevo dentro un fuoco, c’era una guerra. Ero alla ricerca della nota pulita, era una battaglia che facevo con me stessa. Ero certamente più chiusa. Poi, finalmente, mi sono rilassata".

Il cinema, la radio: cosa ti affascina di queste due diverse forme del comunicare?
"
Interagire con una storia mi stimola molto, mi piace avere una ragione per cui scrivere. Entrare in un mondo fatto di immagini, rapportarmi alle sensazioni e alle suggestioni come quelle che vengono dal regista e dagli attori è una spinta d’ispirazione pazzesca. La radio è un’esperienza stupenda che rifarei in qualunque momento. Dà una grande libertà creativa. E’ stato un lavoro condiviso con altre persone che mi hanno dato tantissimo. La radio mi ha insegnato molto. Parlare ‘nuda’ in un microfono mi ha aiutato a continuare ad aprirmi, a lasciarmi andare. E poi lo strumento di comunicazione è la voce, meglio di così…"

Tu hai studiato canto lirico. Se non fossi la Giorgia che sei, quale cantante lirica ti sarebbe piaciuto essere?
"Montserrat Caballè (grandissimo soprano, forse la cantante lirica spagnola più famosa ndr.). Si perché ha una voce pazzesca. Ho assistito a un suo concerto all’Opera di Roma, interpretava brani di Bellini e Rossini. Credo che sia stata una delle cose più belle che io abbia mai visto nella mia vita e non me lo aspettavo. Quella sera lei mi ha fatto capire come si deve cantare".

E a cantare sarà Giorgia in un concerto-evento il 1° dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Sarà un live in cui l’artista, ancora una volta, si mette in gioco con la voce, con l’anima.

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