Giorno della Memoria


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Napolitano: Shoah nata da intolleranza

Il messaggio del capo dello Stato v

"Se ogni anno si rinnova in Italia, come altrove nel mondo, la memoria di quella tragedia immane che fu la Shoah, ciò si deve alla volontà di rafforzare nell'animo delle nuove generazioni la certezza che l'uomo che si ispira a sentimenti istintivi e profondi di giustizia e di amore del prossimo riesce sempre a trovare la forza per combattere il male". Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata in occasione dello spettacolo teatrale "Il Memorioso. Breve guida alla Memoria del Bene", promosso dal Comitato per la Foresta dei Giusti a Milano in ricordo di Moshe Bejski.

Con il Presidente del Comitato Gabriele Nissim, il Capo dello Stato si è complimentato per l'iniziativa tesa a ricordare i Giusti, sottolineando che, nella cerimonia al Quirinale per il 'Giorno della Memoria', "l'accento verrà posto quest'anno, anno del Centocinquantenario dell'unità d'Italia, sulla partecipazione degli Ebrei italiani al Risorgimento e all'opera di costruzione di un'Italia unita".

"L'ebraismo italiano - ha aggiunto il Presidente Napolitano - liberato dalla secolare chiusura nei ghetti, diede uomini illustri alle battaglie del Risorgimento; fu presente con molte personalità di grande rilievo in tutte le sfere della vita politica e civile del nuovo stato unitario; espresse ripetutamente, pur nella fedeltà all'antica identità ebraica, forti sentimenti di italianità, radicati, del resto, in una millenaria, costruttiva presenza nella storia d'Italia. Come i Lombardi e i Napoletani, i Veneti e i Siciliani, e insieme a loro, gli Ebrei si sentirono e divennero pienamente italiani nello Stato unitario".

"La persecuzione fascista - ha sottolineato il Capo dello Stato - culminata nella partecipazione della Repubblica Sociale alla realizzazione del progetto nazista di sterminio di tutti gli ebrei, rinnegava e contraddiceva, insieme con l'ispirazione umanista e liberale, della nostra civiltà i legami profondi che si erano creati nella nostra società con le comunità ebraiche. Di questi legami fa fede il numero elevato di Giusti che protessero e salvarono in Italia gli Ebrei ricercati e perseguitati, spesso a rischio della loro stessa vita. Furono i Giusti a salvare l'onore dell'Italia, come altrove in Europa salvarono e riaffermarono in quell'epoca oscura i valori fondanti della civiltà europea".