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La crisi più brutta della storia

Al G20 i riflessi dello shock finanziario mercati_usa-296

di Roberto Guerrini

Secondo alcuni analisti la crisi finanziaria Usa è la più grave di sempre. Essa nasce dalle condotte speculative di grandi banche statunitensi che dalla metà degli anni ’90 cominciarono a concedere mutui ipotecari ai clienti non meritevoli di fiducia creditizia.

E gli individui a basso reddito che si sono accollati rischiosi mutui subprime, con tassi di interesse che sarebbero ben presto aggiustati verso l’alto, erano spesso ignari dei rischi inerenti a tali mutui.

Dunque, una crisi per molti versi annunciata che ha portato al crollo di alcuni dei maggiori gruppi bancari statunitensi, a cominciare dalla Lehman Brothers. La crisi globale ha innescato cambiamenti sociali fondamentali, che influenzano abitudini di consumo,valori e rapporti fra le persone. Il Fondo Monetario Internazionale avverte che nel prossimo anno vi sarà una frenata globale, per la prima volta dal dopoguerra, per i Paesi avanzati.

In Europa la crisi colpisce in particolare la Gran Bretagna, l’Olanda, la Spagna, l’Ungheria e l’Islanda. La stessa Germania,locomotiva d’Europa,ha messo la retromarcia imboccando la recessione tecnica,ovvero ha avuto una crescita negativa per due trimestri negativi. Analoga la posizione dell’Italia. La frenata economica-nota l’Unione europea- viene da lontano, dalla metà del 2007. All’origine, soprattutto la caduta della domanda interna. Export in ritirata “per l’apprezzamento dell’euro e il deterioramento della competitività”.

Per la prima volta in dieci anni la disoccupazione è tornata a salire, ma nel 2010 ci sarà la schiarita -rileva l’Ue - grazie al calo dell’inflazione, ai maggiori redditi disponibili,alla ripresa della domanda, degli investimenti privati e dell’export. I capi di Stato e di governo dei Paesi economicamente più forti e quelli dell’Unione europea, con massici stanziamenti di denaro pubblico, si propongono in particolare due obiettivi: evitare che la crisi delle banche colpisca i risparmi dei cittadini; e che dopo le strutture finanziarie colpisca quelle produttive, con gravi ricadute su imprese e posti di lavoro.

Il primo obiettivo può dirsi raggiunto perché le autorità di governo si sono impegnate a garantire i conti correnti e i libretti di risparmio sino a determinati livelli: in Italia fino a 103 mila euro di deposito. Il secondo traguardo non sarà altrettanto facile da realizzare. Impossibile prevedere la natura e la misura del danno che sarà creato dall’attuale stato di depressione e di angoscia economica e sociale che colpisce soprattutto le classi più disagiate. In ogni caso nei Paesi colpiti dalla crisi occorrerà abbandonare certi modelli di comportamento individuale e sociale. Quali per esempio quello di vivere -con prestiti anche per l’acquisto di beni non strettamente necessari - al di sopra del proprio reddito.

>>> Come uscire dalla crisi globale?

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