Il sito di Wikileaks ha subito un attacco DDos (distributed denial-of-service attack) una delle "armi" privilegiate dagli hacker di mezzo mondo per lanciare un assalto informatico.
Il meccanismo è "semplice": gli attaccanti lanciano milioni di pacchetti dati contro il bersaglio, simulando la simultanea connessione di milioni di utenti ad un server. Il sovraccarico blocca il sito bersaglio e lo rende irraggiungibile, oscurandolo di fatto. Esistono però varie metodologie per portarlo a termine, utilizzando i protocolli p2p piuttosto che vere e proprie "nuke", bombe 'nucleari' informatiche.
Generalmente, vengono presi di mira i network che garantiscono un certo servizio, ad esempio banche o sistemi di pagamento online. In altri casi viene presa di mira un singolo server, sovraccaricando le risorse della macchina.
L'attacco DDos è ovviamente illegale e viene visto con ostilità anche da una parte della comunità hacker, quella che si batte per il "web libero": oscurare un sito, renderlo inaccessibile, e' considerata una violazione del "codice etico" di molti esperti di informatica.
In anni recenti, l'attacco DDos più importante è quello Lanciato nel gennaio 2001 contro Register.com, il sito che registra i domini. In quell'occasione, fu necessaria oltre una settimana per risalire alla fonte e porre fine all'assalto.