“Il vertice di Cancun parte con un notevole scetticismo, che è basato sui fatti. C’è una forte inazione politica nel reagire concretamente ai cambiamenti climatici in atto oggi. Ed è paradossale, perché non ha riscontri nella straordinaria conoscenza che abbiamo su questi fenomeni, che è sempre più precisa e puntuale e che richiede un’urgente soluzione”. Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, non mostra grande ottimismo sulla Conferenza sul clima che sta per aprirsi in Messico.
Uno studio recente rileva che anche attuando tutti gli impegni di Copenaghen si otterrebbe solo il 60% dei tagli di gas serra necessari a contenere l’aumento della temperatura entro i due gradi. L'obiettivo sta sfuggendo di mano?
“Purtroppo questo rischio esiste in maniera molto concreta, e con il passare del tempo diventa ancor più concreto, perché il tempo non gioca a nostro favore. Siamo di fronte a fenomeni che, particolarmente nell’arco degli ultimi anni, la scienza ha focalizzato molto per quanto riguarda i cosiddetti effetti di punto critico o effetti soglia, sorpassati i quali la capacità gestionale dell’intervento umano sui fenomeni a cascata che si verificherebbero è pressoché nulla. Quindi l’urgenza che abbiamo è veramente la cosa più importante a cui la politica dovrebbe dare risposte”.
L’Europa ha preso impegni più consistenti rispetto agli altri Paesi inquinatori. Come si comporterà a Cancun?
“Tutti i Paesi sono in una condizione un po’ attendista, che è una cosa pessima, l’atteggiamento peggiore perché manca una leadership. Il presidente americano Obama fra l’altro adesso ha anche il problema forte della modificazione della maggioranza nel Congresso statunitense. E l’Europa ancora oggi continua a muoversi fra tentativi di slancio e tentativi di frenata. Speriamo che quelli di slancio siano superiori a quelli di frenata”.
Stati Uniti e Cina continuano a ostacolare impegni vincolanti sul clima. Che prospettive ci sono per un accordo concreto al vertice dell’anno prossimo in Sudafrica? Si rinvierà ancora al summit di Rio nel 2012?
“Io vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno e mi auguro che ci siano tutti gli elementi per un accordo. Peraltro Cancun sarà sicuramente un momento di passaggio importante perché certe cose verranno definite in modo molto più puntuale di come lo sono attualmente e quindi servirà a preparare questo nuovo trattato vincolante che dovrebbe arrivare il più presto possibile. Mi auguro che in Sudafrica si concluda veramente qualcosa. Ma il rischio che questo non avvenga è molto alto e continuare ad aspettare altri due anni non è certamente una soluzione favorevole per quello che è il futuro non solo dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma oserei dire anche il futuro della nostra generazione”.
(V. R.)