di Francesco Chyurlia
E' un museo la sede che ospita il Gruppo dei 20 grandi della terra. E precisamente il National Building Museum di Washington. Così come ha voluto la Casa Bianca. La Francia aveva proposto New York sottolineando che era il posto dove era iniziata la crisi. La Casa Bianca ha invece riaffermato la sua preferenza per la capitale americana: in ogni caso, sostengono nell’entourage di Bush, “la crisi non è cominciata a New York ma in migliaia di città dove sono stati concessi i primi mutui a rischio”. Ma chi sono i magnifici 20? I membri del G20 sono i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali di 19 Paesi: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Turchia. Il 20mo partecipante è l’Unione Europea, che viene rappresentata ai vertici dalla presidenza di turno e dalla Banca centrale europea. Alle riunioni sono presenti anche i direttori di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Il G20, secondo quanto si legge sul sito del gruppo, e' un forum informale che promuove "discussioni aperte e costruttive" tra i Paesi industrializzati e quelli emergenti sulle questioni che riguardano la stabilita' economica globale. Il G20 venne creato nel 1999 in risposta alle crisi finanziarie che avevano agitato i mercati negli anni precedenti e in un segno di riconoscimento ai Paesi emergenti, fino a quel momento non coinvolti in modo adeguato nelle discussioni sull'economia e sulla governance.
Il documento dei 550
Il vertice convocato a Washington dagli Stati Uniti con i Paesi del G20 non risolvera' la crisi dei mercati finanziari. A sottoscriverlo in una dichiarazione internazionale sono state 550 tra ong e associazioni di 88 Paesi, che nel documento chiedono una “reale risposta globale” alla crisi e la stesura di una serie di linee-guida vincolanti per affrontarla. La dichiarazione è stata resa pubblica a un giorno dall'incontro della task force delle Nazioni Unite sulla crisi finanziaria gestita dal premio Nobel per l'economia, Joseph Stiglitz. Nel testo della società civile si legge che “qualsiasi” summit internazionale dovrebbe coinvolgere tutti i governi del pianeta. Le ong chiedono: che si ascoltino le istanze delle organizzazioni della società civile e dei movimenti sociali; che si stabiliscano scadenze temporali per tenere consultazioni regionali con le realta' piu' colpite dalla crisi e che prevalga la trasparenza. “Ormai non c'e' dubbio che le politiche portate avanti dagli ultimi 30 anni da governi del nord del mondo, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale siano state un fallimento totale”, ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna di Riforma della Banca mondiale, “come ha di recente ribadito anche il nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”. Qualsiasi tentativo da parte dei Paesi piu' ricchi di affrontare la crisi "senza consultazioni pubbliche e il coinvolgimento degli altri governi tramite un processo inclusivo", ha aggiunto Tricarico, "non fara' altro che mettere ancora più a rischio la fiducia dei cittadini nelle istituzioni globali".
Le ragioni dell'Fmi e della Banca Mondiale
Il direttore generale del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn proporra' al G20 “'un piano di nuova governance mondiale”' articolato su cinque assi destinato a riaffermare il ruolo regolatore del Fondo. Lo ha annunciato lo stesso Strauss-Kahn in un'intervista al quotidiano ‘Le Monde’ precisando di attendersi dal G20 “un impulso decisivo per la riforma della governance mondiale” a partire dal documento che il fondo presenterà'. "Al di là del suo ruolo di pompiere e muratore, il Fmi puo' anche assumere quello di architetto”', ha detto il direttote generale convinto che l’organismo da lui diretto debba “'aiutare a ripensare un sistema mondiale più coerente perchè più semplice, più efficace e più coordinato”'. Il Fondo Monetario Internazionale consegnerà un suo proprio documento al vertice dei venti Paesi più industrializzati. Nel testo messo a punto dalla presidenza francese dell'Ue si sottolinea anche la necessita' di “un’ampia riforma del G8 per meglio includere in questo gruppo le grandi economie emergenti''. Dunque gli attuali membri del G5: Cina, India, Sudafrica, Messico e Brasile. Rafforzare le regole e la vigilanza sui mercati internazionali “'combattendo ogni forma di protezionismo”, “trasformando il Fondo monetario internazionale nella principale istituzione responsabile della stabilità finanziaria mondiale”' e realizzando un “sistema di allerta globale” in grado di prevenire efficacemente i rischi di nuove crisi.
Questi i punti della proposta che il presidente del’Ue, Nicolas Sarkozy, ha presentato ai leader europei riuniti a Bruxelles. Proposta nella quale si chiede che il G20 presenti “proposte concrete e operative al massimo entro 100 giorni” dal summit di Washington. E poi ffidare al Fondo monetario internazionale “la responsabilità primaria” insieme al Financial Stabilty Forum guidato da Mario Draghi, di proporre le misure necessarie per ristabilire la fiducia e la stabilita' dei mercati. L’Fmi dovra' dunque essere dotato delle risorse necessarie e degli strumenti adeguati per sostenere i Paesi in difficoltà.
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