L'Onda, soprannome dato al movimento, è assolutamente trasversale, abbraccia studenti, docenti, lavoratori tecnico amministrativi, precari e anche le famiglie. E' un movimento apartitico e vuole aprirsi all'esterno per spiegare al mondo le proprie ragioni.
"Io ho avuto la fortuna di conoscerli da vicino questi ragazzi- ci dice Luciano Zani, preside di Sociologia alla Sapienza- è un movimento con caratteristiche nuove, diverse dal passato. Esce dalle aule e risponde ai tagli con un'esplosione di didattica culturale e partecipazione. Vuole un'Università di qualità, che funzioni meglio e denuncia la necessità di una riforma organica. Il fatto di essere movimento trasversale e unitario lo rende più forte e più pericoloso, per questo i rischi di infiltrazioni e strumentalizzazione sono maggiori, anche se fino a oggi ho visto una certa tenuta. E' un movimento che nasce contro un attacco frontale, si potrebbe dire che è stato "generato". Prima della Legge 133 la situazione era dormiente. In più vive la precarietà di un futuro incerto, anzi vive una crisi di prospettive e di sicurezza".
Edorardo Novelli, docente di Comunicazione politica a Roma Tre, ha effettuato una ricerca sull'Onda di Roma Tre, spaccato attendibile di quello che è il movimento nella sua globalità. Ne emerge un quadro originale, non riconducibile ai classici stereotipi con cui si guarda a questi fenomeni. "Non sono i nipoti del '68, ma neanche i figli del '77, hanno una coscienza politica chiara, ma non amano i partiti".
La maggior parte di loro non è iscritta né a partiti né a organizzazioni sindacali. Il 75% si colloca a sinistra e a centro-sinistra, ma c'è anche un 10% non politicizzato che non si colloca. Nella sfera dei valori mettono ai primi posti famiglia, amicizia e amore. Sono poco ideologizzati e l'Istituzione in cui hanno più fiducia risulta essere la magistratura (gli organi di informazione sono all'ultimo posto).
La cosa che li preoccupa di più: la corruzione. Si informano principalmente tramite internet , leggono poco i quotidiani e guardano abbastanza la tv, soprattutto film e dibattiti. Le persone con cui si sentono più in sintonia: Benigni, Saviano e Travaglio. La gran parte (50%) non è autonoma e il 70% vive con i genitori e tra quelli che lavorano il 70% lavora in nero.
"Insomma un quadro davvero inedito per una generazione che si appresta ad essere la classe dirigente del futuro- ci ricorda Novelli- hanno concentrate in loro varie anime. L'anima sociale e politica degli anni '70, l'anima individualistica degli anni '80 e l'anima antipolitica degli anni '90. Non si rispecchiano in un fuoco ideologico e non si rispecchiano nella politica. Tutt'altro che velleitari o sovversivi dell'ordine costituito vogliono che questo sistema funzioni. Saranno una classe dirigente molto meno ideologizzata, molto pragmatica e con valori interiori solidi".