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Agriturismo, settore in salute

Nel 2008 fatturato da un miliardo di euro agriturismo_296

di Mario Papetti

L’agriturismo tiene bene, ma la crisi interna e dei paesi occidentali si fa sentire e cambia le abitudini della vacanza in campagna. Gli ospiti registrano un incremento ma la flessione della durata dei soggiorni si attesta intorno al –10%.

Crescono gli stranieri (+ 4%) con i tedeschi in testa seguiti dagli abitanti dei Paesi bassi, americani, inglesi e francesi. Il fatturato a fine 2008 dovrebbe sfiorare un miliardo di euro mentre le presenze dovrebbero superare i quattro milioni.

Le aziende in Italia che offrono le vacanze in campagna sono circa 18 mila, il 22,7% concentrate in Toscana. Seguono Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Umbria, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Marche, Lazio e Sardegna. Oltre il 34% degli agriturismi è guidato da donne (in Toscana arriva al 40,45).

Questi i numeri dell’agriturismo in Italia confermati da Agri&tour, la manifestazione del settore in programma ad Arezzo fino a domenica 16. Anche se non ha colpito sotto il profilo economico, la difficile congiuntura, affermano all’unisono le associazioni aderenti a Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura, ha avuto i suoi riflessi sul settore ma in maniera diversa rispetto agli altri comparti turistici. In pratica, la crisi ha cambiato il modo di fare vacanza in campagna.

A fronte di permanenze più brevi (una sorta di mordi e fuggi) si è registrata, infatti, una attenzione particolare per i servizi offerti dalle aziende agrituristiche: weekend lunghi, dal giovedì al lunedì vissuti intensamente all’insegna di attività sportive, escursioni, appuntamenti enogastronomici a tema ed eventi culturali. Questa nuova tendenza, secondo Turismo Verde-Cia, evidenzia che la domanda degli ospiti diventa sempre più attenta e che l’imprenditore agrituristico per stare al passo con questo nuovo mercato deve sempre investire di più nell’azienda. Ma i bilanci non sempre lo permettono: sui redditi aziendali ha pesato negativamente l’incremento dell’offerta (+5%) e dei costi di gestione (+4%) sicchè il reddito medio del singolo agriturismo ha sofferto un sensibile ridimensionamento (-16%).

Sull’espansione dell’agriturismo italiano pesa comunque come un macigno la cementificazione. Dal 1982 al 2005 come si legge in una lettera inviata da Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist al premier Silvio Berlusconi, sono stati persi ben 6 milioni di ettari di terreno. In pratica mille ettari all’anno.

Coloierà: servizi sempre più qualificati
Occorre dare all’ospite, al cliente agrituristico – afferma Carmen Coloierà, direttore di Turismo Verde aderente alla Confederazione italiana agricoltori – sempre nuovi servizi e nuove proposte. Le aziende agrituristiche vanno sempre più qualificandosi e oggi, proprio alla luce dell’esigenze iniziano a nascere imprese che hanno una certificazione di qualità.

Così per far fronte ad una domanda sempre più qualificata le aziende oggi offrono un ventaglio di servizi e attività ricreative che vanno dallo sport alle escursioni. In molte aziende,inoltre, è possibile praticare l’ippoterapia. E per incrementare questa specifica attività le aziende possono contare sugli incentivi. Ci sono poi i nuovi segmenti come la pesca turistica. In questo caso le aziende per soddisfare la richiesta dei clienti si affidano a cooperative di pescatori.

La nuova azienda agrituristica che si sta profilando sul mercato deve, quindi, andare vero la caratterizzazione. Deve essere in grado di informare l’utente sull’esatta proposta dei servizi erogati.