I film del week end


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Io sono con te

di Sandro Calice

IO SONO CON TE
di Guido Chiesa, Italia 2010 (Rai Trade)
Nadia Khlifi, Rabeb Srairi, Mustapha Benstiti, Mohamed Idoudi, Ahmed Hafiene,Carlo Cecchi, Giorgio Colangeli, Fabrizio Gifuni.

In fondo è una storia d’amore. L’amore più grande, quello di una madre per il figlio, quello della madre e del figlio più famosi della storia.

Nella Galilea di duemila anni fa, Maria viene promessa in sposa a Giuseppe, vedovo e con due figli. Maria è giovane, dolcissima, con idee e sentimenti limpidi e forti. Giuseppe ha un cuore grande, è gentile, e accetta la misteriosa gravidanza di Maria senza fare troppe domande. Nemmeno quando Maria comincia a mettere in discussione la legge di Mardocheo, il fratello più anziano di Giuseppe e capo della comunità. Leggi fatte dagli uomini, che prescrivono solo disciplina e sottomissione. La nascita di suo figlio Gesù non fa che rafforzarla nelle sue convinzioni, che difende sempre con un sorriso più forte di cento spade. “Il Signore ci chiede misericordia, non sacrifici”, dirà quando si rifiuterà di sottoporre suo figlio alla circoncisione. E ricorderà sempre: “Io sono cresciuta nell'amore, a cominciare dal latte materno”. Così crescerà suo figlio Gesù, nell’amore incondizionato, che nulla chiede in cambio, che sta sopra le regole degli uomini, e che per questo è rivoluzionario.

Guido Chiesa (“Babylon”, “Il partigiano Johnny”, “Lavorare con lentezza”) dice che questo film è nato da una discussione con una donna, Maeve Corbo, che parlando con sua moglie (e co-sceneggiatrice) Nicoletta Micheli ha messo in luce aspetti della figura di Maria lontani da quelli classici, più madre che mito. Partendo da questo, e attingendo sia dai vangeli canonici che dai testi apocrifi, il regista racconta una storia minima, lontana da miracoli, sacralità, miti e magie. La fa recitare in un dialetto tipico delle Tunisia meridionale (dove il film è stato girato), che è un misto di arabo, ebraico e aramaico, e in greco antico da attori quasi tutti non professionisti. Un’operazione alla Mel Gibson, verrebbe da pensare, ma in realtà meno pomposa e più garbata (un peccato che il film nelle sale arriverà doppiato). Ed è essenzialmente la storia di una maternità, di un paradigma di maternità, quella basata su amore e fiducia incondizionati, che dice al figlio “io ci sono, ma tu vai e sii libero”, che rende il figlio capace a sua volta di amare, di essere forte e indipendente. Il padre, sostiene il regista, deve dare il suo contributo, senza interferire, perché – e anche la chiesa spesso lo dimentica - sono le madri, le donne, quelle che veramente cambiano la storia. Se Gesù fu l’uomo che sappiamo, è insomma la tesi di Chiesa, fu soprattutto merito di Maria. Visto così, alleggerendolo del peso dell’ufficialità, “Io sono con te”, pur con qualche leggerezza, è un bel film. E il sorriso di Nadia Khlifi (Maria da bambina) ci resterà a lungo negli occhi.