di Maurizio Righetti
Partirà il 20 novembre la Campagna “Il Valore della Vita”, promossa dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) e dalla Fondazione “Per il Tuo Cuore” Onlus, con il supporto di AstraZeneca, per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e sui rischi del dopo infarto. Un’iniziativa quanto mai necessaria, perché le cifre sono drammaticamente impressionanti.
Ogni anno sono 130mila i pazienti ricoverati a seguito di un infarto: per 80mila di loro è la “prima volta” e le vittime, se il trattamento è in unità coronarica, sono circa 13mila con un rischio di mortalità del 3%: tra i più bassi in Europa.
Ma a far scattare l’allarme è un altro dato significativo: rispetto al totale dei ricoveri, sono ben 50mila i pazienti al secondo infarto. Ciò significa che il 60% degli italiani colpiti e sopravvissuti ad un primo infarto torna in ospedale per un secondo episodio. E sono loro a rischiare di più, perché 1 su 5 muore entro l’anno. Per questi pazienti il tasso di mortalità risulta triplicato rispetto a quello del primo infarto: 1500 non superano il ricovero, altri 3200 muoiono entro il primo mese, ben 5mila non riescono a sopravvivere oltre un anno. Per un totale di 10mila decessi, per la metà evitabili con cure adeguate e costanti e stili di vita salvacuore.
Primo infarto, un fulmine a ciel sereno “Il primo infarto – spiega Marino Scherillo, presidente Anmco – è un vero e proprio fulmine a ciel sereno per la maggior parte dei pazienti. I dati dimostrano che la riduzione dei fattori di rischio ha sostanzialmente funzionato, limitando la probabilità di infarto in chi non l’ha mai avuto. Così l'evento cardiovascolare si manifesta oggi all'improvviso, ma grazie all’aumento dei ricoveri, sempre più tempestivi, e a terapie migliori, la maggior parte delle persone sopravvive. Ciò però non deve far abbassare la guardia nei confronti delle conseguenze dell’infarto nel tempo: il primo evento è il campanello d’allarme, che indica che il cuore non è più in perfetta salute e richiede cure, precauzioni, attenzioni. Il secondo infarto è dunque un evento evitabile e il rispetto di stili di vita salva cuore e dei consigli del medico restano prioritari.”
Una necessaria campagna di informazione La campagna “Il Valore della Vita” nasce proprio con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di salvaguardare la salute del cuore, con un focus sui rischi che colpiscono i pazienti dopo l’infarto. Sono previste anche due iniziative speciali: un progetto indirizzato alle Scuole Primarie e Secondarie, denominato “Art for Heart School”, che si propone di coinvolgere direttamente i più giovani, affinché si trasformino in “ambasciatori” della prevenzione e dell’adozione di stili di vita corretti nei confronti della famiglia; una mostra fotografica “Art for Heart”, che si terrà a Milano e Roma in concomitanza con la “Settimana Per il Tuo Cuore” dal 12 al 20 febbraio, promossa dalla Fondazione “Per il Tuo Cuore” Onlus: un legame col mondo dell’arte che offre l’opportunità di ampliare ulteriormente il pubblico raggiunto dai messaggi della campagna e l’occasione per lanciare una raccolta fondi a favore della Fondazione. Le opere in mostra saranno infatti battute all’asta ed i proventi saranno devoluti alla onlus “Per il Tuo Cuore”, perché possa disporre di nuove risorse per promuovere la ricerca nell’ambito cardiovascolare.
Ma chi sono gli “angeli custodi”?
“Fino ad oggi - osserva Attilio Maseri, Presidente della Fondazione “Per il Tuo Cuore” Onlus - l’attività di studio si è concentrata su campioni molto ampi di pazienti per avere risultati medi standardizzati e ha conseguito grandi successi. Però non ci spieghiamo ancora perché alcuni pazienti hanno problemi nonostante le terapie e altri godono di buona salute sebbene siano a rischio. Su questi casi dovrà concentrarsi la ricerca clinica con quella di base, biologica, molecolare e genetica per scoprire gli “angeli custodi” che proteggono il cuore. Per questo prosegue anche nel 2011 la terza edizione della “Settimana per il Tuo Cuore” che coinvolgerà le iniziative speciali della Campagna, per sensibilizzare anche i più piccoli e le loro famiglie sul valore della vita e raccogliere ulteriore fondi per la ricerca.”
Sensibilizzare donne e giovani
La consapevolezza del rischio cardiovascolare non deve riguardare solo gli anziani o coloro che sono affetti da altre malattie importanti, ma anche le donne e i pazienti più giovani. “Gli over 65 e i pazienti con diabete o insufficienza renale cronica – spiega Scherillo – sono senz’altro i soggetti a più alto rischio da tenere sotto stretto controlli. Attraverso terapie farmacologiche adeguate e costanti potremmo dimezzare il pericolo di un secondo infarto e la conseguente mortalità. Purtroppo un anno dopo l’infarto solo 1 paziente su 2 segue cure appropriate. E le donne e i pazienti con meno di 60 anni sono le categorie con il più elevato tasso di abbandono delle cure perché ne sottovalutano l’importanza e si considerano, a torto, meno a rischio degli altri. Per di più, pochi cambiano lo stile di vita: meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari, appena 1 su 10 abbandona la sigaretta, il 70% non fa esercizio fisico”.
Riabilitazione cardiovascolare, arma insostituibile
La riabilitazione cardiovascolare è un’altra delle preziose armi a disposizione per mantenere il cuore sano dopo un infarto, ma pochi vi si sottopongono. “Oggi – dice Salvatore Pirelli, past-president ANMCO – un percorso riabilitativo strutturato viene seguito da meno di un terzo dei pazienti: solo il 21 per cento di chi ha avuto un infarto o un'angioplastica, appena il 2 per cento di chi è stato ricoverato per angina pectoris. La riabilitazione cardiologica, un intervento a lungo termine che prevede la prescrizione dell'esercizio fisico, la modificazione dei fattori di rischio, l'educazione e il counseling del paziente, è invece estremamente utile ed efficace: riduce del 20-25 per cento la mortalità nel dopo infarto, con un effetto ancora più consistente nei pazienti a più alto rischio. Uno studio multicentrico italiano (Gospel) condotto su oltre 3000 pazienti, seguiti per 3 anni, ha dimostrato un significativo miglioramento dello stile di vita e una maggiore aderenza alla terapia farmacologica per la prevenzione secondaria, nei pazienti sottoposti a un programma intensivo di riabilitazione cardiologica dopo un infarto. Purtroppo l'assistenza cardiologica è stata finora orientata più verso l'evento acuto che verso la gestione della condizione cronica. E, inoltre, i centri in grado di offrire la riabilitazione cardiovascolare sono pochi e disomogenei sul territorio: in Italia se ne contano soltanto 190, per un totale di circa 3000 posti letto concentrati soprattutto al Nord, dove il numero di letti per paziente è tre volte superiore rispetto al Centro-Sud.”.
I numeri dell’infarto e del dopo infarto
L’infarto in Italia
Totale dei ricoveri per infarto:
· 130mila ricoveri ogni anno
· 2160 ricoveri per milione di abitanti
Degenza media dei ricoveri per infarto:
· 6 giorni in cardiologia
Gravità dell’infarto:
· 42mila ogni anno i ricoveri per infarto grave
· 700 per milione di abitanti
· 88mila ogni anno i ricoveri per infarto più lieve
· 1466 per milione di abitanti
Totale mortalità per infarto:
· 40mila decessi ogni anno, oltre la metà di questi prima di raggiungere l’ospedale
· circa 13mila decessi ogni anno in ospedale: 10.075 uomini e 2.788 donne, di età compresa tra i 35 e i 74 anni
· 65 decessi ogni 100mila abitanti per gli uomini di età compresa tra 35 e 74 anni
· 17 decessi ogni 100mila abitanti per le donne di età compresa tra 35 e 74 anni
Tassi di mortalità per infarto:
· 10% ogni anno in ospedale
· 3% ogni anno in utic (unità terapia intensiva coronarica)
Confronto tra infarto e dopo infarto
I numeri del primo infarto
Totale dei ricoveri per primo infarto:
· 80mila ogni anno
· 20mila riguardano pazienti con meno di 60 anni con infarto più grave; 60mila over 60 con infarto meno grave
Caratteristiche dei pazienti:
· 67% maschi; 33% femmine
· 80% a più di 60 anni; 20% a meno di 60 anni
· 1 paziente su 2 non ha livelli di colesterolo elevati
· il 45% non fuma
· la maggior parte è solo in lieve sovrappeso
· il 60% è iperteso
· 1 su 4 ha il diabete o una familiarità per malattie cardiovascolari
Mortalità per primo infarto:
· circa 3mila persone ogni anno non sopravvivono durante il ricovero in utic con un tasso di mortalità del 3% grazie all’aumento dei ricoveri sempre più tempestivi e appropriati e alla riduzione dei fattori di rischio
I numeri del secondo infarto
Totale dei ricoveri per secondo infarto:
· 50mila ogni anno
· 10mila riguardano pazienti con meno di 60 anni con infarto più grave; 40mila over 60 con infarto meno grave
· 16mila pazienti hanno un nuovo infarto entro un anno dal primo
Caratteristiche dei pazienti dopo l’infarto:
· solo un paziente su due segue cure appropriate
· meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari
· solo 1 su 10 abbandona la sigaretta
· circa il 70% non fa esercizio fisico
· meno del 30% segue percorsi riabilitativi
Mortalità per secondo infarto:
· 10mila ogni anno i pazienti che non sopravvivono al secondo infarto con un tasso di mortalità in utic che raddoppia al 6,5% entro un mese e triplica al 10% in un anno
· 1500 pazienti muoiono durante il ricovero; 3200 entro il primo mese; 5mila entro 1 anno
Pazienti a più alto rischio dopo l’infarto:
· gli over 65 e i pazienti con diabete o insufficienza renale cronica
Mortalità evitabile:
· 5mila vittime ogni anno potrebbero essere evitate grazie a cure adeguate e costanti, al rispetto di stili di vita salutari e a una corretta riabilitazione cardiovascolare Strutture cardiologiche riabilitative in Italia: · 190 Totale pazienti che seguono percorsi riabilitativi: · circa 40mila ogni anno Totale posti letto strutture riabilitative: · circa 3000 concentrati soprattutto al Nord Rapporto posti letto-abitanti · Nord 6,8 posti letto/100mila abitanti; Centro 2,4 posti letto/100mila abitanti; Sud 2,0 posti letto/100mila abitanti; media nazionale 4,2 posti letto/100mila abitanti
I consigli per non rischiare
Perdere peso
· Adottare un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di grassi e zuccheri.
Fare esercizio fisico
· Tararlo sulle capacità del paziente e a seconda della gravità dell’infarto.
· Svolgerlo con regolarità, almeno 3 volte la settimana.
· Preferire l’attività aerobica, come cyclette, camminata, danza.
Smettere di fumare
· Le sigarette vanno abbandonate, non basta diradarle.
Seguire cure appropriate e costanti
· Non smettere di prendere farmaci di propria iniziativa ma consultare sempre il medico.
· Conoscere i nomi dei farmaci, quando prenderli, in quali dosi e sapere a cosa servono.
· Prendere i farmaci agli orari stabiliti associandoli ad abitudini quotidiane: pranzo, cena o colazione.