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Ibrahimovic-gol, il derby sorride al Milan

Rossoneri sempre in testa, nerazzurri a meno 6. La Lazio batte il Napoli ed è seconda a un punto ibrahimovic_flamini_seedorf_296

di Mauro Caputi

Le luci di San Siro premiano il Milan nel derby che ha concluso la dodicesima giornata di serie A. L'Inter si arrende 1-0, con la truppa di Allegri che conserva il comando della classifica a 26 punti e distanzia i campioni d'Italia di sei lunghezze. Pronti via e rossoneri subito in gol. Ibrahimovic beffa la linea difensiva e si presenta in area, Lucio cerca di contenerlo ma Materazzi gli frana goffamente addosso. Rigore che lo stesso Ibra trasforma al 5' e sarà il match point. Per mezz'ora l'Inter non costruisce la minima reazione, mentre il Milan pungola pur senza impensierire Castellazzi. Nel finale di tempo la punizione di Sneijder colpisce la parte esterna della rete e fa gridare al gol la curva nerazzurra. E' sempre l'olandese, a inizio ripresa, a sollecitare la difesa rossonera, ma sempre con tiri da lontano. Abbiati è pronto sia su punizione sia su botta dai venti metri. Al 60' Milan in dieci per un'ingenuità di Abate: già ammonito va a battibeccare con Pandev. Giallo per entrambi, per l'esterno rossonero si tramuta in rosso. Allegri toglie Robinho e sistema la difesa con Antonini. La squadra arretra e non lascia spazio all'Inter. Pandev manca una girata invero difficile. Eto'o si butta su tutte le palle vaganti e non ha fortuna. Seedorf, in contropiede, accarezza il palo con un diagonale, rischiando di chiudere la gara. I nerazzurri finiscono per imbottigliarsi nelle strette linee del Milan, tanto che alla fine non si contano altre occasioni degne di nota: Abbiati si limita a uscite alte sui cross. L'Inter resta quarta, agganciata dalla Juventus che aveva pareggiato 1-1 con la Roma nell'anticipo del sabato.

Al secondo posto, a 25 punti, c'è la Lazio che dà un deciso calcio alla crisi dell'ultima settimana. L'anticipo dell'ora di pranzo contro il Napoli si annunciava di notevole spessore, ma la partitura del match si rivela un assolo, o quasi, dei padroni di casa orchestrati da Reja. Due sconfitte consecutive scuotono l'ambiente e, soprattutto, Zarate che indirizza la partita raccogliendo un lancio in verticale di Mauri e depositando alle spalle di De Sanctis al 15'. Il Napoli si fa vedere, con Cavani che si dà tanto da fare ma non produce e Lavezzi che, a parte una traversa colta dopo un'insistita azione favorita da alcune incertezze difensive e che poteva dare il pareggio, si mostra impalpabile quanto Hamsik. La Lazio lascia fare, poi riprende in mano le redini della gara e la chiude virtualmente al 61', con la stoccata di Floccari servito da Zarate al termine di una bella azione corale che annichilisce la difesa ospite. Il resto della partita ha poco da dire: Zarate, con la complicità di una deviazione, pareggia il conto delle traverse; Cavani, su un'incertezza di Muslera, manca l'opportunità a 5' dal termine. Finisce 2-0, con la Lazio che fa festa e il Napoli che conserva il terzo posto a quota 21 per la sconfitta dell'Inter.

Il pomeriggio regala due triplette. A Udine il mattatore è Di Natale, cui basta il primo tempo per annichilire il Lecce. Friulani già sul 3-0 grazie al bomber che colpisce al 10', al 24' e al 40', due volte su lancio in profondità e una irrompendo su una corta respinta. Al 55' arrotonda Floro Flores per quello che sarà il 4-0 definitivo. Nel finale Di Michele sbaglia il rigore che poteva dare ai salentini il gol della bandiera. Udinese a quota 17. E' lontana la quarta giornata, quando la classifica degli uomini di Guidolin era a zero.

L'altra tripletta la sigla Pastore nel derby siciliano fra Palermo e Catania. Partita vivacissima con occasioni da entrambe le parti. Balzaretti prima innesca Miccoli che chiama Andujar al prodigioso intervento, poi al 33' mette sulla testa di Pastore il vantaggio. Il Catania pareggia al 1' della ripresa con la girata di Terlizzi tutto solo a centro area. Il risultato resiste un solo minuto: Pastore si presenta davanti ad Andujar che non è impeccabile nel contenere il diagonale. I rossazzurri non si danno per vinti e al 77' Izco prende la traversa. La gara si chiude solo all'85' con il sinistro di Pastore in girata che fissa il 3-1. Palermo a quota 17 con l'Udinese, Catania bello ma bloccato a 14.

E i 14 punti sono il livello della relativa tranquillità, almeno in questa parte del campionato. Una quota che agganciano Bologna e Parma, entrambe con risultati di misura. I felsinei hanno ragione del Brescia al Dall'Ara grazie a una cannonata improvvisa di Di Vaio al 58' (per le rondinelle una sconfitta dopo le due belle prove contro Inter e Juve). Gli emiliani espugnano Bari con una splendida volée di Candreva al 33'. Pugliesi in crisi di risultati e di nervi:  Parisi sbaglia un rigore in finale di tempo; nella ripresa palo di Barreto; al 75' fine giusta espulsione di Andrea Masiello per un fallaccio brutto, pericoloso e inutile su Marques; all'84' rosso anche a Donati per somma di ammonizioni. Scintille ben diverse da quelle, sul piano del gioco, fatte vedere dal Bari a inizio torneo.

Per le genovesi due effetti contrastanti, quello Ballardini e quello Cassano. Sulla sponda genoana il cambio di allenatore porta alla seconda vittoria consecutiva, che vale anche il sorpasso sui cugini (17 a 16). Pure a Cagliari l'1-0 matura solo nel finale con la zuccata di Ranocchia che anticipa un incerto Agazzi all'84' (contro il Bologna Milanetto colpì all'81'). I blucerchiati, con Cassano sempre in castigo, chiudono a reti bianche a 'Marassi' col Chievo. Da quando manca Fantantonio, una vittoria, due pareggi e una sconfitta nello score della Samp; ma, soprattutto, un solo gol segnato in quattro gare.