Genitori increduli e spiazzati di fronte alla figlia presa di mira da bulli. Pensavano potesse accadere solo in periferia, non in una scuola al centro di Milano. Ora hanno voglia di parlarne perché altri genitori sappiano e alzino le antenne.
“In casa non ci eravamo accorti di nulla. Un campanello d’allarme c’era stato perché mia figlia mi chiedeva di andarla a prendere a scuola.Strano pensavo,a quell’età non vogliono. Poi era stressata. Pensavamo fosse preoccupata per la scuola… ma andava bene aveva tutti buoni voti. Sa, con gli adolescenti non si sa mai, magari per una stupidaggine fanno una tragedia. Invece la cosa era molto seria. Insomma, io sinceramente non sapevo che esistesse un problema di bulli, o comunque mi sembravano cose lontane da noi, che capitano in periferia ma mia figlia va a scuola in centro”. Il papà della ragazza di Milano, vittima per 2 anni delle angherie di un gruppo di bulli, riflette su quello che è capitato a loro, genitori normali, sorpresi e increduli. Sapere la verità, dice, “è stata proprio una bella botta”.
Qual è stata la prima reazione quando vostra figlia vi ha detto tutto?
“Io sono diventato una bestia.Il primo pensiero è stato di farmi giustizia con le mie mani. Li piglio uno a uno sotto casa, dicevo, e li sistemo, loro e i loro genitori che devono imparare ad educarli.Mia moglie era disperata ma mi frenava, mi diceva che così mi sarei rovinato la vita. Mia figlia era terrorizzata, anche lei mi chiedeva di non fare niente.Sono andato dal preside ma minimizzava, mi parlava di scaramucce tra ragazzi. Possibile che nessuno a scuola non si fosse accorto che qualcosa non andava? Poi ho chiesto consiglio ad un un avvocato ma l’unica cosa che abbiamo potuto fare è una denuncia contro ignoti.Mia figlia sa chi sono quelli che l’hanno aggredita ma non ci sono prove, non ci sono testimoni, magari rischiamo noi una querela. C’è solo la parola di mia figlia contro quella di questi che non riesco neppure a chiamare ragazzi”.
Perché pensa che una cosa del genere sia accaduta proprio a sua figlia?
“Un vero perché non c’è. Ci sono ragazzi che fanno gruppo e puniscono chi è diverso da loro.Mia figlia è tranquilla,magari non ama andare in discoteca,ma è una ragazza allegra,piena di vita.Va a mangiarsi una pizza con gli amici,va a cantare con un’amica.Loro, i bulli che tormentavano mia figlia, sono ragazzi viziati e annoiati.E per loro non ci sono scusanti, non sono cresciuti in famiglie disagiate, magari con il padre in galera, no, sono figli di benestanti che hanno sempre avuto tutto, troppo e non sanno più che cosa vale nella vita, se è più importante un paio di scarpe o il rispetto di una persona.Con la nostra figlia piccola, che ha solo 6 anni, quando sarà il momento staremo attenti,alzeremo le antenne, ma soprattutto insisteremo a insegnarle che si deve sempre raccontare tutto”.
Ora il peggio è passato, la ragazza sta meglio
“E’ più rilassata, sta tornando alla normalità a come era prima di tutto questo.Ha deciso di venire in questo centro in ospedale e anche noi ci sentiamo in qualche modo più protetti, più sicuri. Ma quello che ci è capitato deve continuare a far riflettere, genitori e ragazzi.Ci sono tanti casi che rimangono nascosti, più si parla del problema meglio è.Spesso la verità non viene fuori per vergogna ma non c’è nulla da vergognarsi,si dovrebbero vergognare i bulli, non le vittime”.
F. R.