Al tribunale del Riesame sono bastate poco più di 24 ore per decidere di rigettare il ricorso presentato dai legali di Sabrina Misseri, in cui chiedevano la scarcerazione della loro assistita, accusata col padre Michele del sequestro e dell'omicidio di Sarah Scazzi.
La seconda udienza davanti i tre giudici del Riesame si era, infatti, conclusa intorno le 22 di giovedì scorso, dopo un'intera giornata di lavoro.
Questa mattina, cinque minuti dopo le 9, è stato depositato in cancelleria soltanto il dispositivo della sentenza, in cui si comunica il rigetto della richiesta di scarcerazione.
Non sono contenute, invece, le motivazioni per cui il tribunale ha deciso di lasciare in cella Sabrina Misseri. Adesso il tribunale avrà cinque giorni di tempo per depositarle e rendere noti i motivi che hanno indotto il collegio giudicante a tenere in carcere la ventiduenne.
L'inchiesta sulla morte di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa il 26 agosto scorso, avrà un ulteriore passaggio importante la prossima settiimana con l'incidente probatorio nel corso del quale sarà interrogato Michele Misseri e sarà presente, ma non potrà confrontarsi in prima persona, la figlia Sabrina.
Sabrina: sono innocente e lo proverò
'Io sono innocente, fino alla fine lo proverò: è quanto ripete in carcere Sabrina, anche dopo la conferma della sua detenzione, secondo quanto raccontano i suoi difensori, Vito Russo e Emilia Velletri, all'uscita dal carcere di Taranto dove oggi hanno incontrato la giovane.
''Sabrina ha avuto la reazione di una persona che è estranea ai fatti. Non sta bene, è normale, però è ancora molto più combattiva e ripete la sua innocenza e anche noi le crediamo''.
I due legali hanno raccontato, parlando con i giornalisti, che quando sono andati a far visita a Sabrina, la giovane sapeva già della decisione dei giudici, perché il provvedimento le era stato notificato.
Circa l'eventualità che venerdì prossimo Sabrina Misseri assista all'incidente probatorio del padre Michele, Russo e Velletri hanno detto che ''è una valutazione soggettiva che deve fare Sabrina''.
I due legali hanno poi riferito che ''secondo tabulati telefonici non può essere oggettivamente ritenuta credibile'' la testimonianza, depositata dalla Procura ai giudici, di un'amica di famiglia di Sabrina, alla quale la ragazza, la sera della prima confessione del padre, avrebbe sussurrato 'papa' ha confessato, io sono stata più brava'.
''Non capiamo il movente per cui Sabrina è dentro - hanno concluso Russo e Velletri - e anche il motivo''.