Kirchner dopo Kirchner


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Cristina Fernàndez attesa da una prova di maturità

Il marito, presidente del partito peronista, gestiva il gioco politico

Cristina Fernàndez non gode della stessa popolarità né della stessa stima di Kirchner, da molti ritenuto il vero detentore del potere anche sotto la presidenza della moglie.

“Sento la responsabilità di rendere onore alla sua memoria e al suo governo, che ha saputo trasformare il nostro Paese.”, ha detto nel discorso tv alla Nazione con cui ha ringraziato le innumerevoli manifestazioni di affetto e solidarietà successive alla scomparsa del marito.

L’incognita sta nel vedere se e come riuscirà nel suo intento. Il rischio, per lei, è che il mito di suo marito diventi più ingombrante di quanto non sia stato in vita. Superato l’impatto per l’improvvisa uscita di scena di Kirchner, il dibattito politico riprende lentamente e tutti gli sguardi sono puntati sulle mosse della presidente. Per sette dodicesimi, il governo di Cristina Fernàndez ricalca l’esecutivo di suo marito: segno di una continuità nell’azione e di una relativa calma sociale.

L’incognita riguarda invece il dialogo tra la Casa Rosada e i “pezzi da novanta” del Peronismo: era Néstor, nella sua veste di capo del partito, a gestire i delicati e fondamentali rapporti con sindaci, governatori provinciali e deputati. Un appoggio significativo, ancorché scontato, Cristina lo ha già ottenuto: il potente sindacato Cgt ha pubblicamente auspicato la sua ricandidatura alle elezioni dell’anno prossimo. Meno scontato era il sostegno giunto dal governatore della provincia di Buenos Aires e dai sindaci dell’area metropolitana, dove vivono 18 dei 40 milioni di abitanti dell’intero Paese. Non va comunque dimenticato che, dopo le elezioni politiche parziali del 2009, la presidente ha perso la maggioranza al Senato. Tra i rivali con cui dovrà fare i conti, l’influente settore agricolo, cui dovette in parte cedere dopo un lungo braccio di ferro nel 2008.