Sacro Monte di Varallo Sesia


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Le schede tecniche del rastauro

I restauri sono stati eseguiti per cura della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Varallo, ente strumentale della Regione istituito per la cura e conservazione del Sacro Monte di Varallo, sito Unesco


Il costo complessivo dei restauri è stato finanziato in misura pari a 500.000 euro dalla Compagnia di San Paolo (cappelle 5, 6, e 7 e relativi corridoi e disimpegno centrale) e a 125.000 dalla Regione Piemonte (cappella 8, atrio e portico esterno). I restauri sono stati eseguiti per cura della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Varallo, ente strumentale della Regione istituito per la cura e conservazione del Sacro Monte di Varallo, sito Unesco.

Cappella dell’Arrivo dei Magi (Cappella 5)
Restauro delle statue e degli affreschi, del pavimento e della grata lignea (terzo-quarto decennio del XVI secolo). I dipinti di Gaudenzio Ferrari apparivano molto degradati e pressoché illeggibili nel loro insieme a causa di un restauro storico. Nel 1871, infatti, l’abate Malvezzi li aveva restaurati con un suo ritrovato segreto, a base di cera, che, spennellato sulla superficie e poi scaldato con un fornellino, ridava ai colori un’immediata brillantezza. Già dieci anni più tardi, però, alla nitidezza iniziale si era sostituita una patina biancastra in superficie che ne offuscava la lettura.
Nel 1965 Giovanni Testori, storico dell’arte e scrittore, ne Il gran teatro montano lamentava la perdita quasi completa degli affreschi, salvo qualche lacerto, e auspicava l’intervento di un generoso benefattore per salvare le piccole isole di colore sopravvissute. La difficile leggibilità dei dipinti –lamentava Testori- alterava la percezione complessiva della scena, concepita in origine come scena unitaria, con le figure in parte dipinte e in parte scolpite. Gli affreschi erano dunque illeggibili e sporchi a causa di solfatazioni biancastre, condense, alterazioni provocate dall’umidità e dallo strato ceroso applicato a fine Ottocento. Il restauro, grazie ad una pulitura molto cauta, è riuscito a rimuovere lo strato di cera e di sali che copriva gli affreschi, recuperandoli in ampia parte. Sono rimaste lacunose solo quelle zone danneggiate in passato da infiltrazioni di umidità. Oggi il corteo dei Magi si dispiega sulle pareti ben delineato, in un paesaggio finalmente ricomposto e leggibile, fatto di canyon rocciosi e amene colline che si aprono in profondità e fra le quali si leggono piccole scene bucoliche.
Le statue erano state oggetto di un intervento di restauro nel 1969. Si erano in quell’occasione ricomposte le parti in terracotta, rotte in più punti e pulite. Si erano inoltre sostituite le parrucche, molto lacunose. L’intervento attuale, dopo il recupero della scena dipinta, ha indotto a cercare di reintegrare l’unità di pittura e scultura. La scena infatti ha il suo fulcro narrativo nel gruppo plastico con i Magi e i loro scudieri e cavalli, ma continua sulle pareti con le figure dipinte che compongono il lungo e variegato corteo al seguito dei Magi. La cromia di pitture e sculture era in origine strettamente correlata. Questo accordo, però si era perso a causa delle numerose ridipinture sovramesse. Le statue, oltre alla risoluzione delle numerose problematiche conservative e statiche, sono state sottoposte ad un accurato intervento di pulitura che ha consentito di recuperare in ampia parte il colore originario. Attraverso le incisioni di primo Ottocento e le fotografie storiche di fine secolo, si è cercato di capire quali fossero le capigliature (e barbe) dei personaggi. Si sono quindi conservate le parrucche del 1969 quando esse risultavano vicine alle immagini ottocentesche. In altri casi sono state corrette o sostituite, prendendo spunto dall’iconografia storica e dalle figure dipinte da Gaudenzio sulle pareti della cappella. Il pavimento è stato pulito, consolidato e integrato. La grata lignea di primo Seicento è stata analogamente pulita e integrata cromaticamente, restituendole un colore vicino all’originale.

Periodo: 2008-2010
Con il contributo della Compagnia di San Paolo
Restauratore: Pietro Dalla Nave
Progetto e D.L : Cristiana Lombardi, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

Cappella dell’Arrivo dei Magi (Cappella 5)
Restauro del corridoio e della tavola dipinta (XVII e XVIII secolo)
Il corridoio antistante la cappella, costruito nel primo Seicento, era coperto da uno strato di intonaco in pessimo stato di conservazione, con sollevamenti e un fenomeno di diffusa disgregazione e presenza di incrostazioni saline. E’ stato sottoposto a pulitura, rimozione delle incrostazioni, consolidamento e integrazione. Si è recuperata e riproposta la decorazione a finto bugnato di tardo Ottocento. Si è restaurata anche la tavola in legno dipinta con angeli in gloria.

Periodo: 2008-2010
Con il contributo della Compagnia di San Paolo
Restauratore: Pietro Dalla Nave
Progetto e D.L : Cristiana Lombardi, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

Cappella della Natività (cappella n. 6)
Il restauro delle statue e della grata della Natività del Sacro Monte di Varallo (secondo decennio del XVI secolo- XIX secolo) e dell’intonaco dell’ambiente esterno. L’intervento di restauro delle due statue gaudenziane (Ma donna e Giuseppe), oltre alla risoluzione delle numerose problematiche conservative, ha consentito il recupero di buona parte delle originarie cromie cinquecentesche, coperte da numerosi strati di colore risalenti a successivi interventi di ridecorazione. Dove la pellicola pittorica originale risultava essere troppo esigua o fragile si sono rimosse solo le ridipinture più recenti, lasciando alla vista la stesura presumibilmente seicentesca, caratterizzata da una cromia e matericità che ben si armonizza agli strati pittorici originali.
Considerando che la fruizione delle statue consente un’osservazione molto ravvicinata si è scelto di integrare il più possibile le lacune di pellicola pittorica con la tecnica del puntinato, in modo da rispettare le esigenze di riconoscibilità delle parti non originali. E’ stata inoltre restaurata anche la grata lignea che chiude la cappella. Si è quindi proceduto al restauro dell’intonaco del disimpegno centrale inferiore del nucleo di Betlemme, sul quale affacciano le cappelle della Natività e dell’Adorazione dei pastori, decoeso e con ampie zone disgregate, oltre che alterato da una sporcizia quasi secolare. Si è recuperata il colore bianco che risale alla fase di pieno Cinquecento. Al fine di risanare l’ambiente, interessato da un’umidità molto elevata, è stato messo a nudo il banco roccioso esterno, soprastante il disimpegno, ed è stato rettificato l’andamento della roccia per convogliare e allontanare le acque meteoriche dal perimetro della muratura.

Periodo: 2007-2010
Con il contributo della Compagnia di San Paolo
Restauratore: Andreina Castellano e Mariangela Santella
Restauratore: Gianluigi Terreni per la grata lignea
D.L : Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte, Elena de Filippis
Direzione operativa restauro intonaco dell’atrio: Sandra Perugini

L’Adorazione dei pastori (cappella n. 7)
Restauro dei dipinti murali e delle statue (XVI-XIX secolo) e dell’apparato lapideo. La cappella risultava in origine priva di dipinti, con le pareti rocciose destinate a rappresentare naturalmente l’interno della grotta. Solo a fine Ottocento si era provveduto a dipingervi una capanna. Prima del restauro i dipinti erano oltremodo lacunosi e di difficile leggibilità, anche a causa delle ampie zone di alterazione biologica. Il restauro ha ripulito l’intera superficie, consolidato, e integrato le zone di discontinuità rendendo leggibile il disegno Ottocentesco.
Le statue erano fortemente degradate a causa delle condizioni termoigrometriche dell’ambiente, interrato e molto umido. La presenza di umidità deve averle danneggiate molto presto, soprattutto nelle parti inferiori degli arti. Il modellato risultava alterato da abbondanti stuccature, rifacimenti e grossolani interventi di manutenzione passati. In epoca imprecisata si era integrato il modellato con parti in stoffa. Proprio l’estrema fragilità delle statue più antiche, e la commistione con i diffusi rifacimenti che avevano integrato le parti mancanti, ha indotto ad un intervento cauto, che, oltre alla risoluzione delle numerose problematiche conservative, ha visto rimuovere solo in parte le ridipinture e le stuccature. Il gruppo risulta composto da statue di due differenti epoche, quelle gaudenziane o pregaudenziane (la Madonna, san Giuseppe, i due pastori più interni, l’asino e il bue) e quelle aggiunte da Giovanni d’Enrico tra il 1617 e il 1628 a seguito di prescrizioni del cardinale Ferdinando Taverna. Le operazioni di pulitura hanno portato alla rimozione della ridipintura più superficiale, riportando alla luce, presumibilmente, la cromia seicentesca che accomunava tutte le figure. E’ stata rinnovata la capigliatura della Madonna, che era oltremodo lacunosa, con capelli naturali di analoga foggia. Le altre sono state integrate. Sono state pulite le colonne, le soglie e tutte le parti lapidee.

Periodo: 2008-2010
Con il contributo della Compagnia di San Paolo
Restauratore: Pietro Dalla Nave
Progetto e D.L : Cristiana Lombardi, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

La Presentazione al tempio (cappella n. 8)
Intervento di rinforzo strutturale e restauro pareti affrescate, sculture e grata lignea (XVI secolo).
La cappella presentava una lesione statica passante che interessava l’absidiola, per questo motivo si è reso necessario intervenire, preliminarmente al restauro degli apparati decorativi, con operazioni di consolidamento strutturale della muratura. L’intervento è consistito nel riallineamento della porzione della volta tramite un martinetto idraulico e nella sigillatura in profondità della crepa. Inoltre, durante l’intervento si è reso necessario il distacco di due porzioni di affresco interessate dalla lesione, che sono state restaurate a parte e successivamente ricollocate.
Si è proseguito con il restauro delle pareti affrescate: gli affreschi si presentavano illeggibili e sporchi a causa di solfatazioni biancastre e annerimenti, condense, alterazioni provocate dall’umidità e dallo strato di olio e cera applicato a fine Ottocento. E’ stata realizzata la pulitura, il consolidamento delle porzioni di intonaco staccate, il risarcimento delle crepe e lacune, e su alcune porzioni di affresco è stata realizzata la riconversione delle biacche annerite. L’intervento si è concluso con l’integrazione pittorica e la ricucitura sulle piccole lacune finalizzate alla restituzione estetica finale. Anche in questa cappella le statue erano state oggetto di un intervento di restauro nel 1969, in occasione del quale si erano effettuati necessari consolidamenti statici e si erano inoltre sostituite le parrucche, molto lacunose.
Il recente intervento ha mirato a reintegrare l’unità di pittura e scultura, una volta accomunate da una cromia accuratamente accordata.. Le numerose ridipinture sovramesse avevano alterato l’unità originaria. Le statue sono state sottoposte ad un accurato intervento di pulitura che ha consentito di recuperare quasi completamente il colore originario. E’ tornato così alla luce, ad esempio, l’incarnato gaudenziano del volto della Madonna e del bambino, che rivela sottili e raffinate modulazioni. La capigliatura e la barba di san Giuseppe, quasi inesistenti, sono state rinnovate con capelli naturali, ad imitazione della foggia e del colore documentati dalle fotografie storiche. Il pavimento è stato pulito, consolidato e integrato. La grata lignea di tardo Cinquecento, è stata pulita e integrata cromaticamente, restituendole un colore vicino all’originale.

Periodo: 2007-2010
Finanziamento: Regione Piemonte
Restauratore: Fermo De Dominici, Gianluigi Terreni per la grata
Progetto e D.L. Ing. Emanuele Giletti, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa apparato decorativo)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

La Presentazione al tempio (cappella n. 8)
Restauro degli apparati decorativi del portico (XIX secolo).
Il portico della Cappella 8, di collegamento con l’atrio della cappella 9, che si presume sia stato edificato alla fine del Cinquecento insieme all’adiacente cappella 9 e successivamente riedificato verso la fine dell’Ottocento, presentava decorazioni a finto bugnato sulle pareti con volta di colore chiaro. Il restauro ha previsto la pulitura delle superfici del portico (interne ed esterne), la rimozione degli strati superficiali di intonaco delle pareti interne recuperando la decorazione a bugnato grigio con lunette bianche, il recupero della tinta bianca della volta. Si è poi proceduto alla rimozione degli scialbi e delle stuccature delle superfici dei cornicioni, recuperando la superficie più antica, procedendo poi alla stuccatura e reintegrazione. Sono stati ricostruiti i capitelli delle colonne, restaurati i portali in pietra di accesso alle cappelle 8 e 9, e l’inferriata esterna della finestra della cappella 7. L’intervento è stato completato con la pulitura ed il fissaggio dei ciottoli instabili pavimentazione in acciottolato.

Periodo: 2008-2009
Finanziamento: Regione Piemonte
Restauratori: Andreina Castellano, Mariangelo Santella, Laura Bianchi e Claudia Fiorani
Progetto e D.L : Cristiana Lombardi, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

La Presentazione al tempio (cappella n. 8)
Restauro degli apparati decorativi dell’atrio (XVI-XIX secolo).
Si tratta anche in questo caso di uno degli interventi del progetto di restauro dell’intero complesso di Betlemme. Gli affreschi della cappellina sono attribuiti a Gaudenzio Ferrari. Durante il restauro sulle pareti a fianco della bussola, al di sotto dello strato di intonaco ottocentesco, si è riscontrata la presenza di superfici dipinte presumibilmente coeve alla fase gaudenziana. Gli affreschi riscoperti, che raffigurano due personaggi maschili, sono stati riportati alla luce durante le recenti operazioni di restauro. Si ricollegano per tipologia decorativa alla scena interna della cappella e alla sovrastante lunetta.
Le altre pareti dell’atrio sono state interessate durante gli anni da diversi interventi di ridipintura. L’ultima era una tinta giallina, molto lacunosa e alterata dai batteri, che ricopriva tutte le pareti. Dopo le ordinarie operazioni di pulitura e consolidamento, si è scelto di recuperare lo strato costituito da una decorazione in finto bugnato grigio con zoccolo scuro, tardo ottocentesca, che ritroviamo anche negli altri anditi delle cappelle del complesso di Betlemme (atrio cappella 9, atrio cappella 5, portico cappella 8). L’intervento di restauro è proseguito con il recupero della cromia della volta, delle lunette e del cornicione. E stato infine eseguito il restauro degli elementi lapidei del portale interno e della scala ellittica entrambi in marmo bianco, dei portali di ingresso, delle panche e della pavimentazione.

Periodo: anni 2008-2009
Finanziamento: Regione Piemonte
Progetto e D.L : Cristiana Lombardi, Elena De Filippis, Sandra Perugini (direzione operativa)
Assistenza al RUP: Elena Bellazzi
Alta sorveglianza: Massimiliano Caldera, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte

Tutte le cappelle e gli anditi sono stati dotati di un impianto di illuminazione.