Sacro Monte di Varallo Sesia


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Il Complesso di Betlemme

Fu probabilmente il fondatore del Sacro Monte, padre Bernardino Caimi a dettare istruzioni per la fedele riproduzione del prototipo palestinese

Il primo nucleo di questo complesso è ricordato nella guida del Sacro Monte del 1514. In uno spazio articolato erano allora poste le immagini della nascita di Gesù in una mangiatoia, dell’adorazione dei magi e della presentazione al Tempio, sculture in legno o in terracotta policrome o dipinti. La disposizione spaziale e i dettagli costruttivi del vano centrale (le scalette che salgono verso destra e sinistra, l’altare, il vano di destra con la colonna tortile, e il portale marmoreo strombato della cappella soprastante) derivano dall’imitazione attenta della Basilica inferiore della Natività di Betlemme, in Terra Santa, dove sono riconoscibili ancora oggi. Fu probabilmente il fondatore del Sacro Monte, padre Bernardino Caimi a dettare istruzioni per la fedele riproduzione del prototipo palestinese. I diversi anditi furono popolati con le immagini attuali da Gaudenzio Ferrari e dalla sua équipe poco dopo il 1514. Tra il secondo e il terzo decennio del XVI secolo Gaudenzio realizzò la cappella dell’Arrivo dei Magi (c.5) con la sua decorazione interna intervenendovi come plasticatore e pittore, e forse anche come architetto. All’inizio del XVII secolo venne costruito il corridoio davanti alla cappella dell'Arrivo dei Magi (c.5) e, a metà Ottocento, il portico antistante, demolendone in parte l’originario frontone. Oggi il complesso include le cappelle dell’Arrivo dei Magi (c.5), della Natività (c.6), dell’Adorazione dei pastori (c.7), della Presentazione al tempio (c.8) e del Secondo sogno di Giuseppe (c.9).

Arrivo dei Magi
La cappella illustra l’arrivo dei Magi in prossimità della grotta dove è nato Gesù ed è parte del complesso di Betlemme, fra i più antichi del Sacro Monte. La sua costruzione fu avviata a partire dal 1519 per volontà della nobile famiglia milanese dei Castellanza. L’allestimento interno è opera di Gaudenzio Ferrari e della sua équipe, che realizzarono il gruppo statuario e i dipinti nel terzo decennio del Cinquecento mettendo in scena un racconto che vede i personaggi principali in terracotta posti all’interno dello spazio reale della cappella e le altre figure del corteo dipinte sulle pareti. In origine i fedeli entravano nel vano contenente i dipinti e le statue attraverso una porta aperta nell'originaria facciata, decorata con un intonaco “sgraffito” a stella. Solo nel 1614 venne realizzato il corridoio esterno ed il nuovo fronte fu completato con una grata lignea ed una vetrata. A metà Ottocento fu costruito il portico esterno determinando la parziale demolizione del frontone cinquecentesco.

Natività
La cappella è parte del complesso di Betlemme, fra i più antichi del Sacro Monte ed illustra la scena della nascita di Gesù in una grotta. La più antica guida del complesso, del 1514, descrive in corrispondenza del posto denominato “Betlemme” un luogo “concavato”, realizzato ad imitazione di quello della Terra santa, ove nacque Gesù, ma non si sofferma sulla descrizione delle immagini la cui realizzazione deve essere di poco successiva alla pubblicazione della guida stessa. L’altare con la stella sottostante e le due scalette laterali sono in tutto simili a quelli visibili ancora oggi nella basilica inferiore della Natività di Betlemme. La grotta era in origine intonacata e dipinta di colore azzurro, l’intonaco, solo parzialmente conservato, fu rimosso in occasione dei restauri del 1969 che hanno portato alla luce la muratura sottostante. Le statue della Madonna e di san Giuseppe sono opera di Gaudenzio Ferrari, stilisticamente molto vicine allo scomparto centrale della pala della collegiata di Arona (1511) e ad esso successivo. La statua del bambino fu trafugata e sostituita a metà Ottocento da una scultura lignea scolpita da Giuseppe Antonimi. Gli affreschi ai lati della grotta, sono anch’essi di modi gaudenziani. Le sculture della Natività e la grata lignea sono stati restaurati nel 2006-2007 dalla Riserva regionale grazie ad un finanziamento della Compagnia di San Paolo per l’arte.

Adorazione dei pastori
La cappella, inserita nell’antico complesso di Betlemme, illustra la scena dell’Adorazione di Gesù, appena nato, da parte dei pastori. La più antica guida del complesso, risalente al 1514, descrive il luogo della nascita, dall’aspetto “concavato”, simile ad una grotta e lì vicino menziona la presenza di un bue e di un asinello, ma non ricorda altre immagini. E’ probabile che il gruppo statuario in terracotta, opera dell’équipe di Gaudenzio Ferrari (i due animali sono parzialmente in legno), sia immediatamente successivo al 1514. I due pastori più vicini alla cancellata, opera di Giovanni d’Enrico, e gli angeli musicanti furono aggiunti tra il 1617 e il 1628 per volere del vescovo Taverna che volle trasformare la scena da raffigurazione della Nascita di Gesù a raffigurazione dell’Adorazione dei pastori. E’ difficile riconoscere le tracce degli affreschi originari, molto rovinati e ridipinti a fine Ottocento.

La presentazione di Gesù al Tempio
La cappella, parte del nucleo originario di Betlemme, realizzato a puntuale imitazione della Basilica inferiore della Natività in Terra Santa, ospita la scena della presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo la nascita, secondo la tradizione ebraica, e della sua circoncisione. Il portale strombato e la scala ellittica in marmo dell’atrio riprendono nei dettagli le porte che a Betlemme conducono dalla chiesa superiore alla chiesa inferiore, contenente la grotta. Le statue in terracotta sono opera dell’èquipe di Gaudenzio Ferrari, presumibilmente del secondo decennio del Cinquecento. Sono ascritti a Gaudenzio Ferrari e alla sua bottega anche gli affreschi. Una cappella dedicata alla ‘Presentazione al tempio’ è già ricordata nella guida del Sacro Monte del 1514.