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La Lazio insiste e conserva il primato

Mai nella storia dei biancocelesti una partenza di campionato così felice floccari_mauri_296

di Gianluca Luceri

La verità sta nei numeri. Diciannove punti in otto partite: nella sua storia mai nessuna Lazio, nemmeno quelle scudettate di Maestrelli (1973-74) ed Eriksson (1999-2000), aveva avuto una partenza di campionato così felice. La squadra di Reja fa davvero sul serio e si regala (almeno) un'altra settimana ruggente, in cui guarderà tutti dall'alto in basso. Comunque vada Napoli-Milan, insolito posticipo del lunedì, la sua leadership resterà intoccabile e solitaria. Un primato in classifica, quello di Hernanes e compagni, non più frutto del caso e consolidato con la sudata vittoria sul Cagliari all'Olimpico. Bella, intelligente, di temperamento, specie nella seconda metà della ripresa quando, dal 2-1 di Matri in poi, la formazione biancoceleste ha 'saputo soffrire' di fronte alla voglia di rimonta dei sardi. Di Floccari e Mauri le reti che fanno sognare alla Lazio un 'non immaginabile' ruolo di anti-Inter.

Inter che perde però altri due punti per strada di fronte ad una tostissima Samp. Per diciotto minuti, i blucerchiati accarezzano la grande impresa a San Siro, dove i nerazzurri non perdono un match ufficiale dal 26 novembre 2008 (contro il Panathinaikos in Champions). Sotto di una rete dopo la girata di Guberti (su assist di Cassano) non trattenuta da Julio Cesar (62'), i nerazzurri riemergono dal tunnel grazie all'immancabile timbro di Samuel Eto'o (80'), sempre più capocannoniere con 7 reti. Partita comandata dagli uomini di Benitez, che fanno molto possesso palla ma faticano a trovare i varchi giusti (occasione per Lucio, salvataggio sulla linea di Zauri, capocciata appena alta di Maicon). Merito soprattutto della Samp, compatta e ordinata, che alla fine strappa un pareggio tutt'altro che rubato.

Ma andiamo per ordine, partendo dal successo (quasi) scacciacrisi di sabato della Fiorentina, non più ultima in classifica dopo il 2-1 inflitto ad un Bari che non sembra finora nemmeno lontano parente di quello (brillantissimo) dell'anno scorso. Una gemma di Donadel e una zampata di Gilardino regalano ossigeno puro a Mihajlovic, che potrà lavorare adesso con un po' meno pressione e guardare al futuro con rinnovato ottimismo.

L'anticipo domenicale delle 12,30 continua a sfornare spettacoli di basso livello. Brutto 0-0 al Tardini tra Parma e Roma, due squadre abuliche, inconcludenti e visibilmente preoccupate da una classifica deficitaria. Niente riscatto post-Basilea per Ranieri, che cercava continuità dopo la vittoria sul Genoa. Nessun sussulto significativo per gli uomini di Marino, da oggi fanalino di coda della serie A in compagnia del Cagliari. Il punto a testa è un brodino che non riscalda il cuore e muove poco la graduatoria dei due club. Quando costruisci poco e quel poco che costruisci viene sprecato malamente, il pari a reti bianche è la conseguenza più logica. La stagione di Roma e Parma ha preso però una brutta piega: questa per ora è l'unica certezza.

Bicchiere mezzo vuoto per una deludente Juve, stoppata al Dall'Ara sullo 0-0. Il Bologna finora non ha fatto sfracelli con 'le altre' ma con le 'grandi' è un osso duro: pari con Inter, Roma e, appunto, i bianconeri. Iaquinta si fa parare da Viviano un rigore-omaggio di De Marco concesso per un inesistente fallo su Krasic, felsinei impalpabili in fase offensiva anche grazie alla retroguardia di Delneri, l'unica nota positiva di una partita stonata.

Terzo squillo consecutivo per l'Udinese, che rialza le vele dopo le sabbie mobili di inizio stagione. E Guidolin, oltre la soddisfazione di atterrare a centro classifica, si prende una goduriosa rivincita sul suo passato. Palermo affondato 2-1 al Friuli e notevolmente ridimensionato nelle sue ambizioni. Un Palermo incomprensibile che nel giro di una settimana passa dalla gloria alla polvere, con il tremendo rovescio casalingo (0-3) di Europa League contro il Cska e il ko, appunto, contro i bianconeri. Il cui successo è comunque soffertissimo, specie dopo essere rimasti in 10 per l'espulsione di Coda al 20' del secondo tempo. Ma con la partita quasi 'sistemata' grazie alle reti di Benatia e Di Natale (su rigore), l'Udinese ha stretto i denti dopo il 2-1 di Pinilla e portato a casa un altro successo pesantissimo. Delio Rossi deve invece lavorare duro per 'limare' i difetti di gioventù del suo Palermo, squadra talentuosa ma ancora troppo discontinua.

Si rimette in carreggiata anche il Genoa, che piega a Marassi il Catania con un gol di Marco Rossi. Una vittoria di carattere nonostante le assenze di Jankovic, Kharja, Palacio, Sculli, Veloso e, dopo 23', Palladino, giocatori non qualunque negli equilibri tattici di Gasperini. Etnei spuntati e raramente pericolosi, a parte l'occasionissima finale di Ricchiuti sventata da Eduardo.

Riappare nei quartieri nobili della classifica il Chievo di Pioli, spinto in zona Champions da Cesar e Thereau, che 'smonta' il pareggio e infilza Antonioli in pieno recupero (92'). Beffa atroce per il Cesena che, malgrado il momentaneo pari su autorete di Guana, torna a casa con le tasche vuote e un forte bruciore di stomaco dopo aver pregustato un punticino importante.

Rimonta, sorpasso e applausi per il Lecce di De Canio. Al 'Via del Mare' il Brescia si illude con Caracciolo, che firma in Salento il suo centesimo gol in carriera. L'acuto dell'Airone non basta però alle Rondinelle, impallinate nella ripresa dal nigeriano Ofere e Di Michele, che prima si beve un penalty con molte ombre (60') ma che appena un minuto dopo (61') si 'lava l'anima' scaricando nella porta di Sereni il sinistro del trionfo. La classifica dei pugliesi (11 punti) è un bel vedere: salvezza certa proseguendo con questo piglio.